Originaria del Golfo del Messico, la gambusia è in realtà una vecchia conoscenza per noi italiani. Negli anni '20 questa specie infatti venne importata, specialmente nelle zone dell'Agro Pontino, proprio per combattere la malaria: una malattia portata dalla zanzara anofele, che all'epoca proliferava appunto nelle zone paludose. Proprio per questo ancora oggi, in alcune zone del Lazio, la gambusia è di casa, specialmente nelle acque a lento scorrimento poco ossigenate, dove è fra le poche specie ittiche in grado di sopravvivere.
Dimenticata l'emergenza malaria, e derubricata la zanzara a fastidioso insetto che rende insopportabili le calde notti d'estate, ci siamo dimenticati anche delle gambusie, preferendo altri tipi di rimedi, forse più semplici e veloci, ma non certo ecologici: insetticidi e repellenti a volontà.
Che, oltre ad avere un'efficacia limitata, sono dei veri e propri veleni.
Oggi però si assiste a un ritorno della gambusia, anche come pesce d'acquario, e la sua efficacia nell'eliminare le larve di zanzara è stata rivalutata: tantopiù che la nostra amica si ciba volentieri anche delle larve di zanzara tigre, da anni ospite indesiderata dei nostri territori, per la quale è, ricordiamolo, un animale “alieno” (è infatti un insetto tropicale), e oltretutto ormai resistente alla maggior parte degli spray e delle creme che usiamo credendo di proteggerci.
Proprio per questo, il pesciolino messicano è diventato un simbolo della lotta ecologica ed efficace alle zanzare: efficace perché risolve il problema alla radice, eliminando le larve prima che possano crescere riprodursi e quindi determinando un fortissimo controllo della popolazione di zanzare; ecologico, perché evita l'impiego di veleni che inevitabilmente non colpiscono solo le vituperate zanzare, ma tutta una serie di insetti che scompaiono, lasciando impoverito l'ecosistema con la sua biodiversità.
Per questo si auspica che altre amministrazioni locali seguano l'esempio, promuovendo l'impiego controllato della gambusia in vasche pubbliche e private. Controllato, sì: non bisogna dimenticare che la gambusia non è un pesce originario delle nostre acque, e cibandosi anche di uova di anfibi e di altri pesci, dovrebbe essere immesso solamente in vasche apposite per non rischiare a sua volta di determinare squilibri negli ecosistemi esistenti.
Con questa dovuta cautela, quindi, via libera a questo piccolo killer delle zanzare, che – secondo le stime del Cnr e del Cirspe (Centro Italiano Ricerche e Studi sulla Pesca) – può arrivare a ridurre il problema addirittura dell'85%, in modo naturale ed ecologico.
25 Maggio 2008 - Scrivi un commento