Moda Ecologica

L'Uomo, la Donna, l’Ambiente

L’ultima collezione di Alta Moda dello stilista Gullielmo Mariotto, che firma la nota griffe Gattinoni, è stata ispirata interamente dall’ambiente, le sue bellezze, i suoi problemi.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google

di Barbara Molinario


Il titolo è: L’Uomo, la Donna, l’Ambiente. In questa descrizione si racchiude tutta la filosofia degli abiti.

Universi contaminati, foreste disboscate, rifiuti e discariche, presenze da tempo inquietanti, ghiacciai in perpetuo fluire e defluire, agenti atmosferici che continuano a flagellare il mondo, rimettendo in discussione i rapporti tra l’uomo e la natura. Guillermo Mariotto per la nuova collezione di Alta Moda Gattinoni Primavera-Estate 2008 non si è lasciato intimidire ed ha lanciato la sua personale sfida.

L’Uomo, la Donna, l’Ambiente. Troppo presenti nell’immaginario collettivo le istantanee di realtà degradate, usurate, avvilite. In passerella sfilano 43 abiti, 4+3, la somma del 7, numero perfetto, alchemico, ricco di significati simbolici. Come il carro dei Tarocchi, che affonda nella terra traendo energia dal suo stesso movimento per poi proiettarlo all’esterno con un’ansia vitalistica.

“Da troppo tempo si parla di effetto serra – ricorda il direttore creativo della maison Gattinoni – Persino quanto accaduto a Napoli sembra essere stato drammaticamente annunciato negli anni scorsi. Ma attenzione, la mia non sarà una sfilata fashion gothic, perché l’amore salverà il mondo”.

Indossano gonne di lino plissé, smerlate sul bordo, camicie di organza dai colori forti, intensi, abbaglianti. Il giallo acido, il verde prato, il fucsia, l’arancio. Tra di loro la Terra. Bianca, bianchissima, quasi virginale, incontaminata. Perché la Terra nasce pulita, saranno poi gli uomini a “corromperla”.

Materiali riciclati innanzitutto. Come l’abito da sera ricamato con tappi di bottiglia, anelli di metallo, plastiche, paillettes, scarti di ferramenta e “ritagli” di atelier. Nulla deve essere sprecato, può morire per poi rinascere. Nel lavoro e nella vita Mariotto è sempre alla ricerca di un suo personale equilibrio. “Che significa soprattutto armonia tra gli uomini e la natura, gli esseri umani, il creato, la flora, la fauna”, confessa. Una collezione creata con tessuti ecocompatibili, bioetici e biodegradabili, risorse rinnovabili ad alta innovazione tecnologica responsabile. Lini, cachemire, cotoni organici che nascono “già colorati”. Coltivati in Perù e prodotti dalle filature Iafil, senza l’ausilio di pesticidi o altri prodotti chimici. Le nuances dei colori sono sfumate su toni naturali.

Mariotto crea ricami con la corda, il cachemire e la rafia, che trasforma, lavorata all’uncinetto, in coprispalle da indossare su abiti da mattina con frange e borsalini. Reinventa i cardigan, stretti in vita da enormi cinturoni realizzati con pelle e legni pregiati, utilizza tessuti naturali, originali come la juta, incisa al laser, ma anche organze lamé, satinate, stampate, chiffon cangianti, stoffe dipinte a mano, tagliate sbieche o a trapezio, tulle plissé trasparenti e coloratissimi.

Abiti che si schiudono come immense corolle fruscianti. Sfila al Palazzetto dello Sport l’abito zebra cangiante, che si trasforma in pelle di pitone, il vestito da sera annodato al collo, effetto squame di pesce, con corpino di piume, la mise leopardata ricamata con paillettes, l’abito di garza, decorato con rafie color petrolio, esaltazione simbolica dell’anima maculata della lince. C’è poi il coccodrillo, con intarsi in plastica color terra e avorio scuro, lo scarabeo, una rivisitazione della petite robe noire, che lo stilista ha ricreato pensando agli anni ’60. L’apertura a palloncino, di profilo, ricorda le ali di una farfalla. La collezione per Mariotto si trasforma in esaltazione del bon sauvage. “Ho pensato ad alcune tribù dell’Africa, al loro modo di abbigliarsi con elementi della natura – racconta – Basta poco. Un fiore, una foglia, il ramo di un albero “sottratti” e poi restituiti all’ambiente. Osmosi quasi perfetta tra l’uomo e ciò che lo circonda”.

Sfilano le maglie in biocachemire poggiate sulle spalle come liane, i bustier con intarsi di paglia o con il volto, ricamato, di antiche maschere tradizionali, il soprabito che si trasforma in scialle, leggerissimo, chiuso su una spalla come la corolla di un anemone, la gonna-pannocchia, i pantaloni in twill che ondeggiano come foglie al vento.

Anche i gioielli di Grazia Borghese, creati espressamente per il defilé della maison Gattinoni, sono realizzati con elementi “rubati” alla natura. Zucche trasformate in borse lavorate con il bronzo e pietre preziose, carrube testa di moro e conchiglie che diventano gioielli e pendentif, zanzariere come preziosi collier de chien. Guillermo Mariotto identifica la natura anche con il timore, la preoccupazione, lo smarrimento. Divinità notturna e misteriosa. Le stampe su tulle ricompongono universi galattici e spazi siderali, l’immagine delle nuvole, tempeste sempre in agguato, la tragedia dello tsunami, mai dimenticata.

Riflessi dorati sull’abito della Bio-sposa, realizzato con Ingeo fiber, della Ingeo™, per la prima volta utilizzata nell’Alta Moda. Una fibra di base naturale interamente ricavata da una risorsa rinnovabile, la più alta forma esistente al mondo di innovazione tecnologica responsabile. La sposa che rispetta la natura indossa un abito dal prezzo accessibile. E l’Alta moda?

“E’ sempre presente - risponde Mariotto - nella ricerca continua di una libertà che è aristocrazia del gesto e del movimento, creazione di modelli sul magma dei tessuti, su schizzi appena abbozzati. E’ quello che fa la distinzione. Segno riconoscibile e privilegiato dell’Alta moda”.

Nell’ultima uscita Mariotto consacra l’amore di coppia. Profluvio di bianchi e di tessuti tagliati a mano per la sposa, sovrapposti, legati tra loro con resine speciali. Lo sposo sarà in frac con tanto di splendida tuba rivisitata e acconciata con foglie di kentia. L’Uomo, la Donna, l’Ambiente. Quasi una metamorfosi naturalistica sublimata ed esaltata dall’unione tra due esseri umani.

29 Aprile 2008 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo