Il desiderio di andare in vacanza in località esclusive e lussuose, dove non sono ammessi animali, è, per alcuni, più forte del diritto del proprio cane alla vita. E’ mostruoso e sembra impossibile, eppure 150.000 italiani mettono in atto ogni anno questo orrore: abbandonano il proprio cane. Detto, fatto. Ecco che il cane si ritrova, senza capire perché, in un luogo a lui sconosciuto: in una strada, in un bosco, improvvisamente solo. In estate questo accade ogni due minuti, 665 volte al giorno: tale è il ritmo degli abbandoni nel periodo vacanziero.
Si ricorda l’art. 727 del codice penale: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.”
Per il cane, il gatto e qualunque altro animale che abbia acquisito abitudini domestiche e che vede nel proprio padrone l’unico riferimento e la sua ragione di vita, ogni forma di allontanamento da lui è causa di angoscia e sofferenza. Anche essere “parcheggiato” in qualche pensione per un mese durante l’estate può essere veramente un trauma per questi animali, che perdono i propri riferimenti affettivi.
“R-ESTATE INSIEME”, “VACANZE A 6 ZAMPE”, “FAI UNA VACANZA ..BUONA”, “PORTAMI CON TE, TI PREGO!”, “FINALMENTE ENTRO ANCH’IO”, alcuni degli slogan delle campagne animaliste che intendono sensibilizzare sul tema dell’abbandono, non tanto denunciando l’atto criminale, quanto focalizzando sulla possibilità, reale, concreta, di portare con sé il proprio amico a 4 zampe.
Il primo interrogativo che ci si pone riguarda proprio l’accesso dei cani in spiaggia; purtroppo i cartelli di divieto spuntano come funghi, ma attenzione che non tutti sono regolamentari. Occorre, infatti, che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato, la sua estensione oraria e che tale ordinanza venga firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. Inoltre i cartelli devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza.
Se una sola di queste indicazioni manca, l'ordinanza stessa non è valida, e non andrà preso in considerazione nessun invito ad allontanare il cane dalla spiaggia ed eventuali multe saranno contestabili.
Spesso si ricevono raccomandazioni per il cane: evitare che sporchi, che sparga la sabbia in giro, che non abbai troppo creando ‘inquinamento acustico’. Giustissimo. Tuttavia nessuno riflette sul fatto che tali comportamenti, senza dubbio motivo di fastidio per i bagnanti che si trovano a subirli, hanno molto più spesso come protagonisti proprio gli umani, in particolare i bambini, che in quanto a schiamazzi, urla e uso improprio della sabbia non sono certo da meno.
I diritti tuttavia non sono solo quelli dei commercianti, ma anche dei padroni di animali, i quali meritano di trascorrere il periodo di vacanza senza dover essere continuamente ‘incriminati’ per il fatto di avere al seguito il proprio amico peloso. Il senso civico di questi ultimi non può andare in vacanza (quello no!!) ed è fondamentale quindi segnalare ogni situazione di cui si sospetta che il divieto sia fuori legge.
Benché ultimamente in Italia si siano istituiti maggiori tratti di litorale a disposizione dei quadrupedi, il nostro paese rimane comunque agli ultimi posti in Europa, molto distante da Francia, Olanda, Grecia e Croazia, paesi senz’altro più avanti di noi in questo, anche per quanto riguarda l’accesso ai negozi, supermercati, alberghi e ristoranti.
Spesso l’ostacolo principale può rivelarsi il trasporto dell’animale a destinazione, più che la permanenza nel luogo di villeggiatura prescelto. Infatti, viaggiare con un animale al seguito è cosa tutt’altro che banale, e l’organizzazione degli spostamenti richiede molta pazienza e tenacia nell’individuare la soluzione ideale, tra le pochissime possibili. Spesso, infatti, non si tratta di scegliere, bensì di accontentarsi, optando per il male minore, tanti e tali sono i divieti che caratterizzano le modalità di trasporto di animali sui mezzi pubblici.
Se è necessario prendere l’aereo è opportuno contattare la compagnia e farsi illustrare bene le modalità prima di decidere. In genere tutti gli aerei sono attrezzati per il trasporto di cani e altri animali, ma ciascuna compagnia adotta una normativa propria. Di solito è possibile portare con sè in aereo, nelle apposite gabbiette, i cani di piccola taglia e i gatti, mentre, se il loro peso supera i 10 kg, dovranno viaggiare nella stiva: saranno imbarcati dallo scalo merci e sistemati all'interno di apposite gabbie. Se possiamo, evitiamogli questa esperienza! Il viaggio nella stiva comporta al cane un forte stress e potrebbe essere traumatico, pertanto è da fare solo in caso di estrema necessità. Se il vostro cane ha problemi di cuore è vivamente sconsigliato farlo volare.
Difficile invece purtroppo trasportare il cane sui pullman: moltissime linee non li accettano; anche qui tuttavia è sempre bene chiedere, non si sa mai, potrebbero esserci eccezioni soprattutto per cani piccoli e mansueti!
In Italia sono molte le strutture ricettive fra alberghi, agriturismi e Bed & Breakfast ad essersi attrezzate per ricevere i nostri amati amici pelosi. Sulla loro porta d’ingresso non un cartello di divieto, ma di benvenuto accoglierà le famiglie che si presenteranno con il loro quadrupede!
Basterebbe che gli albergatori, nel loro stesso interesse, facessero uno sforzo per cambiare punto di vista, e riconoscere nell’animale un essere vivente che merita attenzione e rispetto. Così, colui che era considerato un inconveniente diventa un motivo di orgoglio e un punteggio a favore della capacità di accoglienza dell’albergo e, senz’altro, è bene dirlo, anche una fonte di guadagno. Non tanto e non solo per l’eventuale quota supplementare richiesta per l’animale al seguito, ma perché si potrà contare su quella clientela che, non disposta a separarsi dal proprio amico durante l’estate, sarebbe altrimenti rimasta a casa durante le ferie. E’ vero che problemi di convivenza tra clienti con animali e altri che non ne hanno possono senz’altro sorgere negli spazi comuni dell’albergo, tuttavia si tratta di uno sforzo di convivenza necessario per superare l’intolleranza e il concetto sbagliato – soprattutto in un paese come l’Italia in cui l’animale domestico è presente in una famiglia su 3 – che da una parte devono stare gli umani e da una parte gli animali. Non si arriverà mai alla risoluzione del gravissimo problema dell’abbandono, e del randagismo che ne è l’immediata conseguenza, se non si è disposti a cambiare mentalità e a rispettare l’animale.
Appendice
Di seguito alcuni siti che, oltre a fornire informazioni utili all’organizzazione del vostro viaggio, aiuteranno nella ricerca della struttura più adatta alle vostre esigenze.
www.oipaitalia.com/oipa_card/vacanze.htm
Si segnala la campagna sociale promossa da quattro tra le più note Associazioni Nazionali attive nell’ambito del rispetto e della protezione degli animali: OIPA, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Gaia Animali e Ambiente, e Freccia 45, resa possibile grazie alla collaborazione di Pets and The City, la guida dedicata a chi ama gli animali e alla società di produzione Crackartoons Studios con Ubik Visual Effects.
21 Luglio 2009 - Scrivi un commento
Lì è molto più facile trovare spiagge e posti dove poter andare con il proprio cane. Quello che mi ha colpito molto
è il numero di italiani che, avendo un cane, vanno in vacanza in Croazia! Su questo in Italia si dovrebbe meditare, quanti clienti perdono i luoghi di villeggiatura non accettando i cani?
Comunque è molto più appagante poter portarsi il cane in vacanza, si è più tranquilli e sopratutto la famiglia è al completo!
Grazie per gli interessanti argomenti trattati