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Bello. Eppure qualcosa non ci quadra, e irriverenti perplessità riaffiorano.
E se questi obiettivi numerici raggiunti un giorno di un anno non lontano dimostrassero che la tv non è onnipotente, cosa succederebbe il giorno dopo? Probabilmente quello che è sempre successo: la gente continuerebbe a guardare la tv nelle pause quotidiane, prima di dormire, qualsiasi cosa ci sia in tv. Le abitudini sociali ci dicono questo, indipendentemente dal caso particolare di una giornata in cui teatri e cinema decidono di offrirci un biglietto ridotto. Gli abiti antropologici di un’epoca non sono mai stati cancellati intenzionalmente, il processo non è controllabile in modo capillare.

Che la televisione di oggi sia il nulla più totale, siamo in molti a crederlo, ben più di un milione di persone. Ma in questo caso il Syndacato parla di “attendere un gesto di autocritica o auto-sospensione da parte di autori, giornalisti e conduttori di programmi televisivi” , di “messaggi in sovrimpressione, nel corso delle trasmissioni, che avvertono della dannosità del mezzo” o addirittura di “luoghi privilegiati per non tele-vedenti”! Provvedimenti che riportati alla realtà, finirebbero inevitabilmente per sfociare in evidenti paradossi.

La tv non è un pacchetto di sigarette, né si può avere la pretesa che i fatti si risolvano attraverso schematicità dicotomiche come potrebbe essere quella di concepire la società in un’ottica di telespettatori/non-telespettatori. Insomma, pur riconoscendo l’appellativo di “Ladra di tempo e serva infedele” che Condry aveva dato alla tv, non vorremmo trovarci nell’inverosimile situazione di un’emancipazione dei non-telespettatori. Semplicemente perché non esistono non-telespettatori. La realtà è assai più complessa. E forse siamo solo all’inizio di una rivoluzione ancora tutta da costruire…



(15/12/2004) - SCRIVI ALL'AUTORE


Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere

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