Cara Aurora,
ti scrivo a tanti giorni di distanza da quella sera in cui – c’eravamo appena incontrate, per puro caso, da un nostro amico comune, siciliano come te – avevamo deciso di andare a vedere insieme, nel primo giorno di programmazione a Roma (era al Quattro Fontane ?), il film di Ermanno Olmi Centochiodi.
Avevamo subito captato il feeling che ci univa, trattando “banalmente” del più e del meno (i tuoi occhi e la tua mimica erano così espressivi e veri!) tanto che ci era sembrato più che naturale il proporci di condividere l’emozione della visione proprio di QUEL film, di cui intuivamo la profondità. E non ci eravamo sbagliate! Ricordo il silenzio – durò un quarto d’ora? – che ci prese all’uscita dalla sala, e le lacrime che a stento cercavamo di trattenere. Fu così che imparammo a conoscerci…
Mi eri stata presentata come “l’attrice che ha il ruolo della madre nel film di Crialese Nuovo Mondo”, ma io non l’avevo ancora visto; questo per dire che la simpatia istintiva che mi suscitavi non era influenzata affatto da un giudizio estetico ed artistico sulle tue qualità professionali. Il bello, quindi, della nostra amicizia sta, per quanto mi riguarda, nell’essersi da subito fondata sul tuo spessore umano, sulle tue doti di sensibilità, sulla tua rara schiettezza e sulla tua forza, un po’ schiva e spesso ruvida (una tua forma di difesa dal mondo?).
“E’ uno splendido film per religiosi-atei”, dicesti dell’opera di Olmi, usando un’iperbole fulminante che ne riassumeva tutto il messaggio. Intendevi che era un film che parlava al cuore degli uomini che cercano un Dio-senza-nome, che si rivolgeva a persone spirituali, mistiche, che magari si auto-definiscono o vengono da altri definiti “atei” solo perché non aderiscono ad una delle tante Fedi strutturate in una “Religione”. A dei “liberi pensatori”, in definitiva, come potremmo essere tu ed io, vero? O come appare essere nel film il professore-Gesù, che viene accusato di “eresia” solo perché cerca e propone un nuovo messaggio, quello della ricerca dell’Essenza profonda di una forma di religiosità (non religione!) più autentica e vera, opponendosi ad un credo farisaico, basato solo su una Parola Sacra ormai divenuta sterile e vuota.
“O peggio – dicesti – su una forma di religione che mente sul vero messaggio del Vangelo e persegue spesso solo il Potere”.
Anche tu, mi dicesti, hai avuto un tuo percorso di ricerca spirituale sui generis: “Sono del segno dei Pesci e quindi sono attirata dal misticismo, in ogni sua forma. Ho iniziato, come tutti, seguendo la ‘religione dei padri’; poi, ansiosa di allargare i miei spazi, mi sono buttata nella lettura di testi esoterici, d’astrologia, sulla spiritualità orientale e così via. Ho cominciato a praticare la meditazione buddhista, finché un giorno - ero a Palermo a meditare su dei mantra in un angolo buio d’una chiesa - mi accorsi di ‘sentirmi strana’ nel ripetere suoni e parole di cui non conoscevo i significati; scoprii che avvertivo dei vaghi sensi di colpa, come per un … ‘tradimento’ nei confronti della figura di un grande Maestro, il Cristo, e sentii l’impellenza di DOVERLO recuperare, di farlo rientrare nella mia interiorità. In fin dei conti, mi dissi, io sono nata in Occidente ed è giusto che approfondisca le mie radici. Questo sentii, e da allora sai quanto tempo ho dedicato alla figura di questo Maestro? Tantissimo, e l’ho rinvigorito, soprattutto attraverso lo studio del significato profondo e nascosto di ogni rito a lui legato, di ogni suo gesto, di ogni sua parabola. HO CERCATO, SOLO CON L’AIUTO DELLE MIE CORDE (mi è sembrata una frase bellissima, sai?). E mi pare di capire che Olmi ci voglia spingere proprio in questa direzione, no? Al momento, sono giunta alla conclusione che non mi importa affatto se Gesù è figlio di Dio o no, se è stato sposato, se aveva figli e fratelli, se fu partorito da una vergine: ora mi importa solo che è Lui il Maestro che cercavo e della Sua vita mi interessano solo i Simboli: nascita, morte, resurrezione, i Re Magi ed i loro doni, oro, incenso e mirra, la croce, la stalla, il bue e l’asinello, il Suo camminare sulle acque ed i Suoi tanti miracoli. E così, quando parliamo di Simboli nessuna religione è meglio di un’altra e …TUTTO DIVENTA UNO”. (Questa è Aurora!).
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