La mostra svela un aspetto meno conosciuto di questo grandissimo artista, creatore di un nuovo linguaggio figurativo che dal 1600 dominerà l'intera Europa per quasi due secoli.
Famosissime le sue opere “plastiche” come l'Apollo e Dafne o il Ratto di Proserpina di Villa Borghese, la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, nonché i capolavori di architettura che crearono la Roma moderna, quali il colonnato di Piazza San Pietro e lo stesso Palazzo Barberini.
La sua vena artistica, tuttavia, si rivolse anche alla pittura, espressione più genuina perché libera da ogni committenza. Bernini dipinse per il piacere di dipingere, nel suo tempo e spazio privato, senza le interferenze di committenti “pesanti” quali i Borghese, i Barberini e i Chigi, dunque svincolato dal dover rispettare le aspettative di quella stessa società che lo acclamava come il genio del suo tempo.
I dipinti di Bernini sono costituiti per la maggior parte da ritratti, soprattutto di se stesso. E, nelle prime sale della mostra, si possono ammirare per l'appunto gli autoritratti, veri studi sul proprio volto, quasi sempre nella stessa posa di tre quarti. Essi sorprendono per la mancanza di ogni autocelebrazione, colpiscono per la voluta trascuratezza dei dettagli, come i vestiti solo abbozzati, mentre attirano tutta l’attenzione di chi guarda sul volto.
Proseguendo nelle sale, si incontrano vari altri dipinti autografi, delle cui persone ritratte non conosciamo quasi mai il nome. Volti anonimi, se paragonati ai ritratti in marmo di personaggi pubblici e potenti della Roma papale, ma non meno profondamente vivi, umani, singoli ed irripetibili.
Ed è con questa sensibilità verso l'uomo, moderna e borghese, che il Bernini pittore si rivela più moderno dello scultore, capace di guardare al Seicento artistico d’oltralpe, con occhi equiparabili a quelli di Velázquez o di Rembrandt.
Nella mostra di Palazzo Barberini, tra i dipinti compare una sola scultura, in quanto, tra quelli scolpiti, è l’unico ritratto senza committenza. Si tratta del sensuale busto in marmo di Costanza Bonarelli, amante dell’artista.
L’ultima sezione dell’esposizione è dedicata invece alla pittura sacra: da una parte i pochi dipinti autografi di Gian Lorenzo Bernini, destinati ad una colta fruizione privata; dall’altra, le grandi pale per gli altari pubblici, per le quali Bernini preparò solo il disegno, affidandone l’esecuzione agli allievi.
La mostra “Bernini pittore”, attraverso la sua sceltissima selezione di opere e il rigore scientifico che la muove, offre la conoscenza di un aspetto poco noto di Bernini ad un pubblico vasto che ha manifestato sempre grande interesse per le iniziative che, anche negli anni recenti, hanno celebrato il maestro del Barocco.
Purtroppo, si deve riconoscere che, nonostante l’intento dichiarato da parte degli organizzatori di aprirsi ad un pubblico di non specialisti, i testi di accompagnamento alle opere somigliano spesso a cervellotiche ed autocompiaciute pagine di critica d’arte. Oltre a ciò, qua e là sfuggono osservazioni che danno chiavi interpretative assolutamente soggettive, non sempre condivisibili.
Fermo restando che non esiste la neutralità di una informazione (chi studia i musei sa che “allestire è interpretare”), una mostra dovrebbe quantomeno sforzarsi di presentare dati oggettivi al visitatore, che sarà così libero di interpretare in modo assolutamente personale quanto appreso.
(mostra visitata il 30/10/2007)
Bernini pittore
Roma, Palazzo Barberini, Via delle Quattro Fontane 13
19 ottobre 2007 – 20 gennaio 2008
Orari: da martedì a domenica, 10.00-19.00
Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00; integrato mostra-museo € 10,00
Info: 06.32810
Amare l'arte è benessere
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