Stati Uniti d’America, oggi. Un famoso anchorman della televisione americana, Tom Dobbs (interpretato da R. Williams) viene spronato dai suoi fans a candidarsi alla presidenza degli U.S.A.
Vince inaspettatamente le elezioni, per poi scoprire che vi è stato un errore nel sistema di conteggio dei voti. A metterlo al corrente è Eleonor (Laura Linney) colei che ha inventato proprio quel sistema di conteggio e della quale Tom Dobbs si innamora perdutamente. Mentre la ditta produttrice del sistema cerca di screditare Eleonor per evitare uno scandalo e un immanente crollo delle azioni aziendali,Tom Dobbs rivela pubblicamente l’errore rinunciando alla carica presidenziale e ritorna a condurre programmi di satira televisiva.
Berry Levinson torna a parlare di politica, come nel film “Sesso e Potere” diretto alla fine degli anni ’90.
“Man of the year” più che un film sembra un back -stage della vita di un anchorman: Tom Dobbs, interpretato da un bravissimo Robbin Williams.
La comicità e l’espressività innata di R.Williams sono la struttura portante del film, senza un attore di tale calibro sarebbe stato un vero flop.Peccato per il ruolo poco convincente assegnato a Christopher Walken che viene oscurato facilmente durante tutto il film.
R. Williams ci offre pungenti frasi che attaccano il sistema governativo americano, pronunciate e scritte proprio come se si rivolgesse al pubblico di un programma di satira, adatte per sottolineare la spettacolarizzazione dell’evento mediatico delle elezioni presidenziali e le tattiche ben studiate a tavolino che contraddistinguono la campagna elettorale.
Si perde decisamente nella seconda parte, ricca di intreccio narrativo ma mediocremente realizzata a livello stilistico.
Anche la storia d’amore che nasce tra Eleonor (Laura Linney), la donna che scopre l’errore di sistema e Tom Dobbs, è di scarso registro emotivo e stilistico.Ugualmente le sequenze dell’inseguimento di Eleonor da parte di persone assoldate dalla società in cui la donna lavorava, non fanno onore alla bravura registica che solitamente contraddistingue Berry Levinson; sembrano piuttosto riconducibili ad un thriller di bassa categoria.
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