Eppure, si sa, anche gli spettatori più snob buttano l'occhio qualche volta a qualche programma trash tipo Gli occhi del cuore: è anche per questo che la serie ha presa, perché in fondo in molti sappiamo riconoscere nella recitazione da cani degli attori de Gli occhi del cuore qualcosa che abbiamo visto nei nostrani Vivere o Un posto al sole.
Resta però sempre la domanda: è così necessario coinvolgere gli spettatori televisivi a un gioco al ribasso che finisce per far credere che la televisione possa solo essere “fatta male” (come dice subito Lopez: deve essere più brutta della pubblicità, così la gente non cambia canale)? Oppure è possibile trovare degli spazi per una televisione di qualità, che premi la professionalità e l'intelligenza? Il pubblico continuerà a bersi di tutto, o maturerà (o forse sta già maturando)?
Queste sono domande destinate a non avere una risposta nell'immediato.
Vedremo che cosa ne pensano gli autori di Boris attraverso l'evoluzione del personaggio di Alessandro: scopriremo se saprà rimanere sé stesso senza farsi tritare dalla terribile macchina della fiction nostrana. O se ne fuggirà a gambe levate.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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