Succede spesso e volentieri, quando si torna a casa stanchi dopo il lavoro, di lasciarsi cadere sul divano e fare quel gesto automatico di accendere il sacro elettrodomestico televisivo.
Così ho fatto anche ieri sera intorno alle 20.30. Forse un po' troppo esausta per la consueta dose di cattive notizie debordanti dai tg, con un mal di testa decisamente troppo forte per sorbirmi le grida di Insinna alle prese con i pacchi di Rai Uno, ma non ancora così irrecuperabile da dovermi arrendere a Un Posto al Sole, per una volta ho optato per un ritorno all'infanzia: ho cercato un tuffo nella serenità facendo un giro fra i canali satellitari dedicati ai bambini.
Chissà, mi sono detta: troverò qualcosa di vagamente rassomigliante ai miei ricordi infantili fatti di Bim Bum Bam, pupazzi parlanti, cartoni animati giapponesi e alberi azzurri? Oppure scoprirò programmi per piccoli mostri, iperattivi, ipertecnologizzati e ipermaleducati? Oppure troverò un nuovo paradiso, dove l'alta qualità e l'estrema varietà dei programmi satellitari si sono riprodotte anche nei palinsesti dedicati ai bambini?
Il primo canale a cui approdo è Rai Sat YoYo, dedicato ai più piccoli: ed ecco la prima gradita sorpresa, cioè la comparsa della mia vecchia conoscenza Dodò, l'uccellino dell'Albero Azzurro. Un programma che mi è sempre rimasto nel cuore e che seguivo avidamente ai tempi, ma anche un programma che certamente tranquillizzava i miei genitori per la qualità dei contenuti, rasserenanti e stimolanti. Ovviamente i conduttori non sono più quelli di una volta, ma scopro con piacere che ancora si fanno quei lavoretti creativi che mi piacevano tanto, con carta, cartone, colla e le immancabili forbici dalla punta arrotondata... mi spiace abbandonare questa oasi, ma il programma è finito e stanno per cominciare gli inquietanti Teletubbies, i pupazzoni inglesi che ogni giorno ripetono con esasperante lentezza gli stessi giochi e le stesse filastrocche... è tempo di cambiare canale.
Salto da Jim Jam, un altro canale dedicato a bambini piuttosto piccoli, a Nickelodeon, il cui target è decisamente un po' più cresciuto: ecco un telefilm americano ambientato sotto il sole della California. Ragazzini di età indefinibile (sono bambini e bambine truccati troppo da grandi, o sono effettivamente dei grandi chiamati a interpretare parti di bambini?) fanno sfoggio di capelli colorati, vestiti sgargianti in improbabili sovrapposizioni, denti sbiancati chimicamente, gloss luccicanti eccetera eccetera. Apprendo dai titoli di coda che la protagonista è Jamie Lee Spears, la sorella di Britney: altra piccola diva prefabbricata con un futuro in clinica di disintossicazione? A parte tutto ciò le storie sembrano innocue e infarcite di buoni sentimenti. Troppa melassa anche per me.
Passo a Cartoon Network ed ecco che mi imbatto in un must della “cultura” preadolescenziale: le Super Chicche. Per chi non le conoscesse, si tratta di tre supereroine formato cartoon, che più che per le loro gesta sono famose come gadget da esibire in varie forme: spille, quaderni, borsette. Devo dire che la serie animata mi disturba un po': tratti spigolosi e duri, protagoniste dall'aria perennemente arrabbiata, pupillone dilatate, strilli ed esplosioni a non finire. Neanche mezzo sorriso (o, quando il sorriso c'è, sembra un po' satanico...). Forse la melassa del programma precedente era eccessiva, ma questi cinque minuti in compagnia delle Super Chicche non mi lasciano certo una sensazione rilassante...
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