Ben undici oggetti, che l'imperatore romano soleva impugnare nelle cerimonie pubbliche, nelle apparizioni davanti al popolo, per arringare l'esercito o nelle udienze, sono tornati alla luce nel luglio 2005, dopo17 secoli dal loro occultamento.
Le insegne del potere sono state rinvenute al lato della Via Sacra, ad una decina di metri dall'incrocio con la piazza del Colosseo e dell’Arco di Costantino. La loro scoperta ha lasciato senza parole persino gli archeologi, in primis Clementina Panella, che dal 2001 dirige nell’area lo scavo dell'Università di Roma La Sapienza con i suoi studenti e laureati: “Nessuno aveva mai visto cose simili”. Ed in effetti si tratta di pezzi unici, conosciuti fino a quel momento solo da rappresentazioni su rilievi, monete, pitture, dittici d'avorio, ma mai come oggetti reali.
Le insegne ritrovate consistono in tre sceptra: due sfere in vetro chiaro, un tempo probabilmente dorate, che costituivano le estremità di uno scettro tubolare; una sfera in calcedonio azzurro forata (doveva sostenere un’aquila) che apparteneva ad uno scettro ad asta conica di legno dorato o dipinto; uno scettro piccolo con una sfera in vetro verde sostenuta da una corona di petali e da un’impugnatura in oricalco (lega di rame e zinco che assomiglia al moderno ottone) e ferro rivestito di legno, che presenta tracce di rivestimento a foglia d’oro.
Poi ancora le hastae: due punte di lancia a sei lame e una punta a lama semplice, che erano probabilmente contenuti in una borsa di cuoio e avvolti in seta dipinta. Le punte, che avevano un astuccio di legno di pioppo a protezione delle lame, erano deposte senza le aste, che venivano montate solo all’occorrenza (frammenti di pelle, di tessuto, di legno sono stati rilevati sugli oggetti ed esaminati). E infine i vexilla: quattro punte di aste che sostenevano stendardi colorati rettangolari o triangolari.
Si tratta di armi da parata e non di veri oggetti per combattere, dato che sono realizzati in ferro tenero. Fin dai tempi più antichi, infatti, insieme alla sfera, simbolo del globo terrestre e del mondo nelle mani di chi governa, la lancia è simbolo di sovranità e comando e diventa un comune attributo dell’imperatore quando compare alla testa dell’esercito o in abiti militari.
La stratigrafia, l’esame al Carbonio 14 e altri oggetti rinvenuti nello stesso contesto (ceramica e monete ben visibili nella mostra) datano queste insegne tra il III e gli inizi del IV secolo d.C. , quando evidentemente furono nascoste di fretta per evitare che cadessero in mani non appropriate.
L’ipotesi più verosimile sembra quindi che tali insegne appartenessero a Massenzio, dato che non vi sono nella storia di Roma momenti altrettanto cruciali risalenti a quel periodo. Il loro occultamento, fatto eccezionale, sarebbe pertanto da collegare con la sua sconfitta e morte nella battaglia contro Costantino a Ponte Milvio, nel 312.
Nella piccola sala del piano sotterraneo di Palazzo Massimo, il "tesoro" è esposto nella penombra in due vetrine, dove gli oggetti sono sostenuti da sobri piedistalli che suggeriscono la forma degli scettri e delle lance.
I pannelli informativi (in italiano e in inglese), chiari, sintetici e corredati da un ricco apparato di immagini, raccontano la storia del rinvenimento archeologico, le analisi di laboratorio e gli interventi conservativi, spiegano il contesto storico, le funzioni di questi oggetti come simboli del potere, li mettono in relazione alle varie rappresentazioni degli imperatori dove ricorrono le insegne e che hanno consentito il loro riconoscimento negli oggetti rinvenuti: dalle monete alle scene della colonna Traiana, dalla base della colonna di Antonino Pio ai pannelli dell'arco di Settimio Severo, ai dittici di avorio (quelli di Stilicone e dei Lampadi sono esposti in copie di gesso).
La visita si può peraltro approfondire con un piacevole documentario, completato da un’intervista a Clementina Panella e dall’illustrazione delle fasi di scavo e di studio dei materiali.
Una mostra bella ed elegante, all’insegna della sobrietà, del rigore scientifico e della completezza.
"I segni del potere. Realtà e immaginario della sovranità nella Roma imperiale"
mostra permanente a cura di Clementina Panella (Dipartimento di scienze storiche, archeologiche, antropologiche dell'antichità, Università di Roma La Sapienza) e Rita Paris (Soprintendenza archeologica di Roma, Direzione del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo)
Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme - Roma, Largo di Villa Peretti (stazione Termini)
Biglietto: intero € 6, ridotto € 3
Apertura: dal martedì alla domenica 9.00 – 19.45 (la biglietteria chiude un'ora prima)
Informazioni: 06-39967700
Amare l'arte è benessere
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