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DIFFICILISSIMO
Al Teatro delle Erbe una SERATA DI CABARET: DIFFICILISSIMO di e con Alessandro Fullin ed Emanuela Grimalda. Fino al 25 febbraio.

Damiano Cristilli

Dopo i futuristi un’altra avanguardia si affaccia spavalda sulla scena italiana: Il Cabaret Difficilissimo.
Dopo anni di comicità grassa e televisiva, di smorfie e ammiccamenti di risate più unte che grasse la Nuova Comicità Difficilissima seppellirà definitivamente questa triste costumanza teatrale.

Grazie alla stesura di un lungimirante manifesto i nuovi Comici potranno finalmente orientarsi senza pericolo di inciampare nel popolare e nel grottesco.

Nuovi ed esilaranti i punti programmatici:
Basta con il tormentone! Le imitazioni! Con le barzellette!
Basta con le chitarre! Il pubblico non deve ridere mai!
Basta interagire con la platea! La quarta parete sarà blindata!
Il pubblico deve sforzarsi a capire i contenuti difficilissimi e anche quando gli sembra di aver capito qualcosa verrà scoraggiato!
Una cosa che un Comico Difficilissimo non sopporta è di essere compreso. Se i futuristi volevano distruggere Venezia noi ci accaniremo su Mestre!
Il Comico Difficilissimo è bellissimo!
La nostra arte sarà amata solo sulle alte vette. Il pubblico migliore restano gli stambecchi!
Arditi nell’intelletto, sprezzanti sugli alti tacchi, atletici nel fisico e assai ben irrorati nei circuiti cerebrali i Comici Difficilissimi minacciano una serata (difficilissima) destinata ad entrare nella Storia.
Come fare per sfuggire alla comicità volgare e televisiva?
Basta forse inventarsi un ipotetico manifesto dove si inneggia ad un ritrovato fervore intellettuale della risata e poi dal palco ammettere tra le righe che "era tutto uno scherzo?"

Senza nulla togliere alla spiccata ironia cerebrale di Fullin che si distingue dai vari comici che campano di tormentoni scadenti e tristi, non si capisce come questa produzione debba in qualche modo essere catalogata come "comicità difficilissima".

Se in qualche modo ci si voleva distinguere dalla Zelig mania, per quale motivo ritroviamo i soliti personaggi e le solite macchiette introdotte da un' Emanuela Grimalda che fa da lettrice caustica e apparentemente disinteressata?

Pochi in Italia realmente cercano strade verso una nuova comicità, intelligente o cerebrale che sia e Fullin aveva dato prova di ironia surreale e pungente....ma sprecare l'occasione mentre si hanno a disposizione palco e tempo come in questo spettacolo, è stata una piccola delusione.

Riesce comunque ad essere una serata piacevole dove si ride e molto.



(19/02/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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