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"ALMA”. SI DANZA CON GIORGIO ROSSI
Sabato 27 gennaio, al Teatro del Lido di Ostia, è andato in scena “Alma”, serata unica dello spettacolo di teatro-danza diretto e interpretato da Giorgio Rossi. Una produzione Sosta Palmizi.

Claudia Pecoraro

È tornato in scena il coreografo milanese, uno degli esponenti più significativi della danza d'autore contemporanea per il rigore della ricerca sul linguaggio teatrale che conduce ormai da molti anni.

Formatosi tra la scuola del circo e quella di Carolyn Carlson, nel 1984 è tra i sei fondatori della Compagnia Sosta Palmizi, rifondata nel 1990 soltanto da Giorgio Rossi e Raffaella Giordano sotto forma di Associazione. Dal 1994 la sua sede si è trasferita a Cortona in Toscana e nel 2004 l'Associazione si è trasformata in Sosta Palmizi Network, un ambiente in cui, oltre ai due coreografi, trovano casa un numero crescente di artisti satellite, continuando ad essere una realtà di riferimento importantissima per la danza italiana.

Lo spettacolo “Alma” è un assolo in bilico tra i generi, come sempre accade nei lavori di Rossi, difficilmente iscrivibili in una categoria classicamente definita. Danza e teatro si mescolano, tra le poesie di Pablo Neruda, Cesare Pavese e gli aforismi di Alda Merini, le musiche di Fabrizio De Andrè, King Crimson, Death in Vegas e John Oswald.

Proprio in una poesia di Neruda, da cui lo spettacolo prende il via, è contenuta la parola alma, che in castigliano significa “anima”, ma che, secondo il coreografo, racchiude nel suo suono parole come alba, animale, arma, karma, calma, labbra, larva, rabbia, lacrima, lamento, lontano.

Peccato che durante la messa in scena Rossi non sia riuscito ad evocare nessuna di queste sensazioni né a regalare al pubblico qualsivoglia altra emozione. La sua interpretazione svogliata, priva di ogni convinzione, ha offerto piuttosto uno spettacolo presuntuoso e vuoto, né divertente né poetico.

Siamo lontani anni luce da quello che il coreografo e danzatore stesso ha sempre amato definire come “teatro poetico del movimento”.

Quella che dovrebbe essere la tematica principale di “Alma”, e cioè il «contrasto e l’opposto che è in noi, e il desiderio di reagire a questa inesorabile condizione» diventa uno show frammentario, senza nessun filo logico, dove tutti i pezzi danzati sanno di già visto.

Uno spettacolo mediocre, poco originale e per niente autentico, che irrita proprio perché portato in scena da un artista che ci ha abituati ad una qualità alta delle sue produzioni.

Una caduta di stile per chi ha trasformato il suo percorso artistico in una nobile riflessione sul significato di creazione contemporanea, che «ci obbliga a mischiare le carte ed i linguaggi: contaminare per crescere, per dare corpo al racconto; versare sulla scena la grottesca complessità dell’esistenza».

Essendo noi a conoscenza del passato di tutto rispetto di Giorgio Rossi, e avendo per fortuna memoria dei suoi spettacoli “storici”, da “Il cortile” a “Spara alla pioggia”, possiamo affermare, senza esagerare, che sabato sera, con “Alma”, abbiamo assistito a una sua pallida parodia di se stesso.


Alma di e con Giorgio Rossi
27 gennaio 2007
Teatro del Lido, Lido di Ostia (Roma)
Coreografia e interpretazione: Giorgio Rossi
Testi: Cesare Pavese, Pablo Neruda, Alda Merini, Giorgio Rossi
Musiche: Fabrizio De Andrè, Death in Vegas, John Oswald, King Crimson
Luci: Michelangelo Campanale
Costumi: Giorgio Rossi
Produzione: Sosta Palmizi, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Toscana
www.teatrolido.it
www.sostapalmizi.it



(29/01/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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