Adriana piange e soffre ogni minuto sotto il quadrato del ring e sente sulla sua faccia ogni gancio incassato dallo stallone italiano. Linda, invece, ha una percezione individualistica della felicità, non crede nel proprio uomo, ne svilisce continuamente – e forse comprensibilmente - la forza, le intenzioni, il coraggio, la visione del futuro. Ha perso la stima e con essa l’amore.
Anche gli uomini di questa ricerca di felicità sono assai diversi. Adriana se ne va e non torna più, muore e lascia solo Rocky con gli anni tristi e bui di una carriera ormai al tramonto. Rocky vive nel ricordo di lei, con tanti fantasmi interiori da combattere e una storia da cui non riesce a congedarsi.
Il nome del ristorante che ha aperto porta il nome di Adriana e tutti conoscono la donna che è stata e che gli ha vissuto accanto. Rocky è esistito grazie alla sua forza, non solo ai propri sforzi. Gardner raggiunge i propri obiettivi con tenacia e senza mai cedere. Diventa protettivo, veloce, si adatta a tutte le difficoltà, a ogni situazione: anche la più incredibile, anche la più umiliante.
Eppure, bambino tra le braccia a parte, è solo. Vincente ma solo. E’ lì, sul suo quadrato, che ha vinto contro il peggiore degli avversari –un impietoso sistema sociale americano - e non ha nemmeno un nome tra le labbra da gridare, nessun volto da cercare nella folla, nessuna donna che lo abbia voluto per quello che era e non per quello che avrebbe ottenuto dalla vita. Ci sono solo due modi di cercare la felicità, per conto proprio o per qualcun altro. Ciò che li separa è l’amore.
Amare l'arte è benessere
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