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BEATA INDECENZA: LE MISHELLE DI EMMA DANTE
Mishelle ritorna a Sant’Oliva ed Emma Dante ritorna al Vascello con uno dei suoi spettacoli cult. La scena buia. Due piccoli sipari. Due sedie. Un padre e un figlio. La Sicilia. Fino al 23dicembre al Teatro Vascello a Roma.

Claudia Pecoraro

Il padre non guarda mai in faccia il figlio, di cui non accetta la diversità. Gli volge le spalle da dieci anni, da quando la moglie, bellissima prima ballerina dell’Olympia di Parigi, li ha lasciati da soli.

Gaetano è invecchiato nella speranza del ritorno di questa signora, questa fata che non arriverà mai, e nella vergogna per il figlio che lo fa rabbrividire. Il figlio, invece, a suo modo, ha elaborato il lutto: ogni notte si veste “da francisa”, orgoglioso dell’abito aderente che fascia le sue forme esagerate, e va a passeggiare a Sant’Oliva, la piazza delle prostitute (eredità lasciata dalla madre, che non era così candida come suo marito vuole ricordarla).

E ogni notte, la stessa storia, lo stesso scontro, le stesse provocazioni del figlio per costringerlo ad essere guardato, lo stesso tentativo di suicidio del padre mai riuscito, la stessa “solitudine che mi sta seccando il cuore”. La loro incomunicabilità non passa attraverso il silenzio ma attraverso le urla.

Il pubblico s’intenerisce di fronte alla ridicolaggine del figlio che, travestito da Mishelle, danza sulle note struggenti di “Sei bellissima”, ma si intenerisce pure davanti al padre che di tanto in tanto ciuccia acqua da un biberon, metafora dei vecchi-bambini, sintesi della condizione di questo vecchio genitore che, a ruoli invertiti, diventa il figlio di suo figlio.

Teatro che scuote e che lacera. Teatro doloroso. Personaggi fastidiosissimi per la loro fisicità pesante, la loro carnalità volgare, le loro manifestazioni di bassa borgata, i gesti sguaiati e pacchiani. Personaggi tanto sgradevoli quanto necessari.

La “sicilianità” che Emma Dante porta sulla scena appartiene a tutti gli Italiani. Si tratta di un’animalità primitiva che sta dentro a ogni spettatore, di tutte le età e fasce sociali, compreso quello che storce il naso perché crede di essere lontano anni luce da questo universo rozzo e incivile.

Teatro coraggioso perché scabroso, imbarazzante, indecente, ma talmente intestinale che acchiappa le viscere dalla prima all’ultima scena. Risveglia sentimenti assopiti. Sviscera, attraverso una luce abbagliante che non lascia spazio a sfumature, tematiche che fanno parte della vita di tutti. E che persino commuovono.

La potenza dello spettacolo è impensabile senza l’interpretazione di Giorgio Li Bassi (il padre) e Francesco Guida (il figlio), che danno vita ai due tragicomici e difficilissimi personaggi in un modo straordinariamente intenso, quasi eroico.

Mishelle di Sant’Oliva
Compagnia SudCostaOccidentale
Testo e regia di Emma Dante
Interpreti: Giorgio Li Bassi e Francesco Guida
Co-produzioni: Festival delle colline torinesi, Espace Malraux - scene nationale de Chambery, Drodesera centrale fies

Teatro Vascello
Via G. Carini, Roma
12-23 dicembre 2006 (lun. riposo)
Biglietto intero: €15; ridotto: €12
Info: 06 5881021



(13/12/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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