Di solito film, romanzi e quant’altro ci raccontano storie di grandi donne che hanno vissuto dietro a grandi uomini. In questo spettacolo, invece, non ci sono Evite né Paoline né Jacqueline.
Qui tutto si svolge al contrario. Dietro al grande artista (Francis Bacon) c’è un uomo, per giunta un piccolo uomo (George Dyer). Ad interpretare i due amanti sono due donne, bravissime, dirette con una maestria attenta e intelligente dal giovane autore e regista, che rivela così la sua precedente esperienza di attore.
Lo spettacolo è complesso, come complessa è stata la vita e la pittura di Bacon, uno degli artisti inglesi più interessanti del dopoguerra. I suoi studi sulla figura umana attraversano graduali processi di sfocature, dissolvenze, dilatazioni prospettiche, fino ad un’angosciata trasfigurazione formale e psicologica. Gli scenari dei suoi ritratti sono stanze anguste, occupate da pochi miseri oggetti di arredamento.
E, inscatolati in questi stessi spazi claustrofobici (nella scenografia tre grandi parallelepipedi, a metà strada tra cabine telefoniche e box della doccia) prendono vita i due protagonisti.
George Dyer è un ladruncolo un po’ goffo, ignorantello e innamoratissimo, piovuto nella vita di Bacon quasi per caso e divenuto suo modello e amante per sette anni. Nei suoi confronti l’artista, borghese, colto, snob ed egocentrico, prova un senso di disprezzo misto a fascinazione.
Il genio altezzoso Bacon è pieno di ammiratori, è inserito nella società più “in” del tempo, e si mostra freddo e privo di sentimenti nei confronti del suo compagno che vive alla sua ombra, ma che ne rappresenta la linfa vitale: persino il suo modo di entrare e uscire dalla porta di casa ispirano il pittore.
Bravissima Anna Amato, che dà spessore al difficile personaggio di George, insignificante “signor nessuno” che si ritrova all’improvviso ad essere il partner di una star, elemento debole della coppia, vittima a tratti infantile. La giovane attrice ne interpreta con agilità e naturalezza la goffaggine, la sensibilità, la sottomissione al suo amato, passando dai registri della commedia (mai sopra le righe) ai momenti drammatici della sua disperazione più profonda.
Nel susseguirsi delle scene l’impressione è quella di sfogliare le pagine di un romanzo che approfondiscono il rapporto tra George e Francis. Sembra quasi di leggerlo questo romanzo e che via via si materializzino le sue immagini. Le suggestioni letterarie cedono a volte il posto a quelle cinematografiche, con sapienti ellissi temporali.
Il bellissimo espediente del gioco di memorie creato da George, per cercare di muovere i sentimenti del compagno, innesca una serie di emozionanti flashback: i due – insieme agli spettatori - “rivivono” i momenti in cui il distaccato Francis si è divertito a umiliare il suo povero amante.
Teatro, cinema, pittura e fotografia si mescolano in modo perfettamente funzionale alla drammaturgia. La potenza di alcune trovate sceniche è tale che lo spettatore riesce a vedere l’invisibile (vedi la creazione del ritratto di George dietro al vetro opaco).
Il finale sospeso e drammatico segna quasi un atto d'accusa e una rivalsa di George nei confronti di Francis: nel 1971, Bacon partecipò a una grande retrospettiva al Petit Palais di Parigi e, totalmente assorbito dalla preparazione della mostra, non riservò alcuna attenzione a Dyer, il quale si suicidò il giorno prima dell’inaugurazione.
L’attrice Manuela Congia interpreta ottimamente la solitudine interiore dell’artista quando ne riceve la notizia mentre è al centro delle lusinghe di ammiratori, critici e impresari d’arte.
Il lavoro su Francis Bacon è il secondo di un trittico di spettacoli dedicati alla pittura. Aperto con “Hopper Mode” (finalista al Premio Scenario 2005), il progetto si chiuderà con un lavoro dedicato a Hieronymus Bosch.
Bacon Mode (Le cose morte)
Gruppo teatrale Circo Bordeaux
Autore e regista: Marco Andreoli
Interpreti: Anna Amato e Manuela Congia
Scene e immagini: Marco Andreoli
circobordeaux@yahoo.it
12 novembre 2006
Rialtosantambrogio, via Sant’Ambrogio 4, Roma
Rassegna Ubu Settete. Fiera di alterità teatrali. Quinta edizione (7-15 novembre)
Info: ubusettete@yahoo.it ; info@rialtosantambrogio.org
Amare l'arte è benessere
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