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Allo stesso tempo, la cosa che rende più inquietante il film è la difficoltà a morire, la forza di sopravvivenza fisica nonostante le fatiche, quando la morte potrebbe essere l’unica salvezza, una fuga da quest’incubo. Muffa, ferito profondamente con le forbici da Irina, ritorna sulla scena seppur con problemi respiratori.

Gina, la domestica che cade dalle scale, rimane immobile su una sedia a rotelle. Irina esce fuori tumefatta da un pestaggio che avrebbe potuto ucciderla. Tornatore sottolinea visivamente l’angoscia di questa situazione con degli interni sempre in chiaroscuro, con il grigiore invernale di una città come Trieste.

Tralaltro nelle azioni volte a risolvere il proprio passato, la protagonista agisce sempre in situazioni notturne tenebrose dove il mistero sulla sua vita, che accompagna lo spettatore, è reso più fitto dal buio incombente sullo schermo. Il vero nodo della questione narrativa è il rapporto che Irina riesce a stabilire con Tea, la figlia della famiglia a cui farà da domestica. Questo svelerà anche le cause profonde che hanno mosso Irina nella sua ricerca di senso su un passato che le ha rubato la sua dignità più profonda, il senso della sua femminilità.

Un passato che l’ha vista regalare a molti la felicità privandosi inesorabilmente della sua, vittima di un rapporto coercitivo di disumane attenzioni di cui l’atto prostitutivo costituisce l’aspetto più decente della vicenda.

Nonostante tutto però, Irina vuole ricominciare e utilizzare il tempo che le rimane per costruirsi una vita, o qualcosa di simile, per dare amore e attenzioni alle altre persone, come fa con Tea. La bambina, infatti, è vittima di piccoli soprusi da parte dei compagni di scuola. Nelle attenzioni, negli sproni a reagire, che Irina dà alla piccola, c’è tutta la sua volontà di riscatto. L’orgoglio e la forza vitale di madre, di donna, di essere umano tradito dal male profondo della vita.

Eppure, dopo aver pagato il carissimo prezzo di una vita sbagliata, Irina è ancora mossa dalla speranza di un rapporto vero, di un sentimento positivo, ed il film si chiude su un suo primo piano sorridente.



(31/10/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

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