Leo e Nina sono finalmente arrivati al giorno delle loro nozze. La coppia sembra affiatata e perdutamente innamorata, eppure Leo, al momento del discorso che precede il taglio della torta, ha un lungo ripensamento che lo porta a mettere in dubbio tante presunte certezze…Dal 3 Novembre nelle sale.
Questo primo lungometraggio del regista Massimo Cappelli è un lavoro che scorre piacevolmente per tutto il tempo della sua durata. Lo spettatore segue la vicenda, che all’inizio può sembrare scontata e noiosa, con una crescita di coinvolgimento emotivo che rimane costante fino alla fine del film. Si dirà che, normalmente, questa è la base affinché un buon prodotto filmico sviluppi poi tutte le sue ulteriori potenzialità, ma in tempi di videoclip, dissacrazione artistica e pamphlet politici non è cosa da poco.
Soprattutto per un’opera che, nelle premesse dell’incipit, sembra essere uno dei tanti rifacimenti di quel filone narrativo stereotipato sui clichè degli attuali trentenni italiani: le loro crisi post matrimoniali, i luoghi comuni sui loro sentimenti, il politically correct delle loro quotidiane incertezze esistenziali. Invece, lungi dall’essere un’altra fotografia dello spaccato vetero-adolescenziale della nostra società, l’opera prima di Cappelli è un’incisiva provocazione sociale che, dietro l’apparente intenzione ridanciana, mette inesorabilmente alla berlina tutta una serie di comportamenti aberranti, dai quali, purtroppo, una quieta integrazione sociale non può prescindere.
L’individuo, infatti, si trova nella capacità di poter determinare le proprie scelte, solo quando non deve fare i conti con quella pseudosacralità dei luoghi comuni facenti parte un antropologico passaggio liminare come il matrimonio. Qui le parti in causa che interagiscono sono innumerevoli, dalla famiglia alla religione, e pur non essendoci alcun soggetto pienamente colpevolizzabile, tutti, ognuno a proprio modo, mettono automaticamente in moto alcuni atteggiamenti predefiniti che non fanno altro che corroborare l’istituzione.
Ridurre il cinema ad un univoco trattamento di questo tema, che è sostanzialmente politico perché tocca la vita pubblica di uomini e donne, può essere sicuramente discutibile, ma la particolare ironia del film, una commedia briosa che rifugge qualunque caduta nella volgarità di battute da cabaret o nei siparietti televisivi, è un espediente che contribuisce alla sua buona riuscita.
Dal lungo flashback iniziale ripercorriamo la vicenda, grazie ai ricordi di Leo, ed incontriamo tutti i bizzarri personaggi che la popolano, dall’ex sessantottino “on the road” padre di Nina, interpretato da Shel Shapiro, al suo ex compagno di ideologie politiche fattosi poi prete, Padre Tito, fino al regista del filmino matrimoniale, impersonato dal regista romano Marco Manetti, passando per tutta una serie di amici ed amiche.
Ognuno di loro sembra essere molto originale e cerca di dimostrare la propria libera personalità, proponendosi rispettivamente come sedicente portatore di nuovi modi di vivere, di nuovi modi di professare, di nuovi modi di filmare. In realtà le eccezioni si confermano regole e le loro estremizzazioni sono solo una maschera che quel sistema di limitata tolleranza permette a chi poi lo rinforza alla radice. Così vengono fuori anche le inaspettate reazioni degli amici di Leo di fronte alla scelta del testimone di nozze, ed alla propria esclusione da quel ruolo. Ulisse, quello considerato più a sinistra del gruppo, inveirà accanitamente contro un venditore ambulante reo semplicemente di essere arrivato un secondo dopo la notizia datagli da Leo.
L’allusiva idea-sintesi del non saper più riconoscere un decaffeinato, quando precedentemente bastava così poco per credersi autore delle proprie scelte, fa il palio con la divertente amarezza finale dove, nell’attesa del volo per il viaggio di nozze, Nina svelerà al marito l’equivoco che ha scatenato la decisione matrimoniale, sottolineando una volta di più quanto Leo sia in balia delle congiunture dettate da Nina, volutamente o incidentalmente. Si rimane freddati per un attimo, col sorriso sulla bocca, ed ognuno può speculare a proprio piacimento sui rapporti uomo-donna. Una curiosità: la più grande tentazione che Leo riuscirà in extremis ad evitare, nella sua via crucis prematrimoniale, è una procace collega di Banca impersonata dalla pornostar Selen.
Amare l'arte è benessere
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