Se volessimo considerarlo un’opera a sé, del film Bella sempre resterebbero sicuramente impresse nella memoria le amabili chiacchierate di Husson, un elegante Michel Piccoli di una bizzarra ambiguità, con il barman del locale dove Severine, interpretata da Bulle Ogier, visto che Caterine Deneuve ha rifiutato la parte, viene vista uscire. In cambio dell’informazione che gli serviva, l’anziano uomo racconta al ragazzo lo strano ménage a trois del passato come fosse una favola immorale, una storia mai avvenuta. Tra loro nascerà un curioso rapporto dialettico dove, sotto lo sguardo attento di due prostitute, essi si scambieranno, discettando confidenzialmente, delle opinioni sugli atteggiamenti più intimi della sessualità umana, derivanti più per conoscenza indiretta che per esperienza personale, almeno nel caso del barista. Viene da pensare ad un ipotetico dialogo tra il maestro spagnolo ed il suo occasionale allievo portoghese, ed anche al punto di visto osservativo e recettivo che un artista ha nei suoi rapporti personali con le variegate esperienze umane di cui viene a conoscenza, e che poi elabora nella sua opera. Così come tutto il non detto fra Husson e Severine sarà messo in scena da De Oliveira nella cena fra i due, che farà da apogeo e da epilogo al perverso rapporto che li lega.
In funzione bunueliana, invece, i rimandi sono molti. I due borghesi finalmente riusciranno a consumare la cenasenza scambiarsi una parola, in netto contrasto con il tormentone de Il fascino discreto della borghesia dove un gruppo di personaggi, appartenenti alla stessa classe sociale, non riusciva mai a portare a termine un pasto, su una delle tante tavole imbandite, a causa di interruzioni di diverso tipo, sempre molto fragorose. Ricompare la scatolina perversa del cliente orientale, che Husson trova in vendita in un negozio di anticaglie e che prova a regalare a Severine suscitando le ire di lei ed inoltre, come omaggio un po’ ovvio per la verità, alla fine della serata una gallina, proveniente dal corridoio dell’albergo, fa capolino davanti alla porta.
Un ultimo dettaglio; Husson è un patito del whiskey e ne beve come un alcolizzato, confessando di esserne dipendente. Due i motivi: o De Oliveira vuole caratterizzare negativamente un personaggio che probabilmente Bunuel non amava, oppure non ha mai letto queste parole di Don Luis nella sua biografia Dei miei sospiri estremi: “Quanto al whiskey, non mi ha mai interessato. E’ un alcolico che non capisco”.
Amare l'arte è benessere
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