Scompare un pezzo di storia della musica: si è spento a Londra pochi giorni fa Syd Barrett, che con i Pink Floyd segnò indelebilmente il panorama del rock della seconda metà degli anni Sessanta, e diede impulso alle sperimentazioni dei decenni successivi.
La storia di Roger Keith Barrett, questo il vero nome del musicista, è piena di aneddoti leggendari, colpi di genio, intemperanze, passioni e cadute, come si conviene a una rockstar. E con molte altre rockstar Barrett ha condiviso il destino di luminosissima meteora, che è riuscita a rivoluzionare il mondo del rock in soli tre anni - dal 1965 al 1968 - per poi eclissarsi in seguito a problemi fisici e mentali.
Molte le storie che si raccontano su di lui: la prima chitarra regalatagli a 14 anni; lo pseudonimo ricalcato sul nome di un oscuro jazzista di nome Sid Barrett, che suonava in un locale frequentato dal giovane Roger; il nome stesso di quella che sarebbe diventata una delle band più famose del pianeta, scelto da Syd (la "y" serviva a distinguerlo dall'altro Sid) in onore di due bluesmen, Pink Anderson e Floyd Council.
Nel 1965 infatti Syd Barrett incontra i suoi compagni di avventura: Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright, che allora formavano una cover band. L'arrivo di Syd è una vera svolta artistica per il gruppo, che addentrandosi nei territori della psichedelia e della sperimentazione divenne uno dei perni del mondo underground londinese, suonando all'UFO e pubblicando una serie di singoli di grande successo come Arnold Layne e See Emily Play. Altra invenzione di Barrett, e marchio di fabbrica del gruppo, fu il "light show", spettacolo di luce che si armonizzava con la musica della band e con i movimenti del suo frontman, Barrett.
Ci vuole ancora qualche tempo prima che esca il primo album del gruppo, in cui tutte le canzoni, eccetto due, portavano la firma di Barrett: The Piper at the Gates of Dawn nel 1967 aprì letteralmente le "porte della percezione" del rock, proiettando i Pink Floyd ai massimi vertici di successo mondiale.
Successo che fu uno dei fattori di accelerazione della rovina di Barrett: già fragile e instabile, cominciò ad abusare di LSD e a creare sempre più problemi sul palco e in studio: durante i live interrompeva in maniera imprevedibile le sue performances, o si metteva a suonare per conto suo; in sala d'incisione cambiava continuamente l'arrangiamento delle canzoni, rendendone quasi impossibile la registrazione. Gli altri Pink Floyd chiamavano quindi David Gilmour per sostituire Barrett quando gli era impossibile suonare.
Il secondo album della band, A Saucerful of Secrets, del 1968, è già un album "senza Syd", perché solo una delle tracce è firmata da lui. La rottura viene ufficializzata nel marzo dello stesso anno. I Pink Floyd trovano una loro strada con David Gilmour, creando alcune delle più esaltanti avventure rock della storia (basti pensare ad Ummagumma, Atom Earth Mother, The Dark Side of the Moon, Animals e The Wall). Syd Barrett, dopo aver tentato senza risultati di iniziare una carriera solista, si ritira nel paese natale di Cambridge dando definitivamente l'addio al rock.
I Pink Floyd hanno continuato "dopo Syd" una sfolgorante carriera, ma non hanno mai dimenticato il compagno di un tempo: a lui hanno dedicato due dei pezzi più belli della storia del rock, Wish You Were Here e Shine on You Crazy Diamond. Nella reunion del Live8 2005 ancora una volta Roger Waters ha ricordato che la loro esibizione era "per tutti coloro che non sono qui, e in particolare per Syd".
Ieri sera Roger Waters e Nick Mason hanno suonato a Lucca in un concerto carico di emozioni.
Conoscere la forza della musica è benessere
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