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PREPARIAMOCI ALL’EVASIONE. CON PRISON BREAK SU ITALIA UNO
Prison Break è la novità di fine stagione proposta da Italia Uno. Appuntamento imperdibile per tutti i telefilm-dipendenti.

Laura Sarotto

Prison Break è la novità che Italia Uno ha preparato per questa stagione estiva per tutti gli amanti dei serial tv americani. Si tratta di un telefilm ambientato nel mondo carcerario che va in onda da un paio di settimane, il giovedì in seconda serata dopo CSI (in replica alla domenica a orari, finora, ballerini).

Già dalla prima puntata si capisce subito che Prison Break è un telefilm di una certa complessità: la trama è piuttosto intricata e alterna il genere carcerario, al thriller, allo spionaggio. Sullo sfondo, infatti, sta un complotto su cui il protagonista, aiutato da una giovane avvocatessa, cercherà di fare luce.

Si tratta della storia di Michael, ingegnere edile nonché uno dei progettisti della prigione, che si fa incarcerare per tentare di fare evadere suo fratello, detenuto in attesa di esecuzione per avere ucciso il fratello del vicepresidente. Il fratello di Michael, però, è innocente, capro espiatorio di un complotto decisamente più ampio in cui sono coinvolti i servizi segreti. Riuscirà Michael a fare evadere il fratello? E la sua amica avvocato saprà dimostrarne l’innocenza svelando il complotto? Sono gli interrogativi a cui il serial, puntata dopo puntata, dovrà dare risposta.

Si tratta di un prodotto USA a cui gli Stati Uniti ci hanno abituato ultimamente: di buona fattura, ben scritto e ben strutturato. Le puntate non hanno ritmi particolarmente elevati, ma ciò è funzionale a un’azione complessa e a una trama ricca di particolari importanti. I dialoghi, piuttosto sintetici, sono realistici, vivi; le parole, i gesti e le azioni sono tutti elementi importanti orientati a un unico fine. Una buona regia e un montaggio ben costruito ne fanno un ottimo telefilm, che vale la pena di essere esaminato con attenzione e di essere seguito dagli amanti del genere.

La trama procede tra presente e passato, come già ormai Lost e Desperate Housewives ci hanno abituato, i flashback aiutano a spezzare il ritmo e sono fondamentali allo spettatore per capire il contesto in cui si svolge l’azione e per comprendere più approfonditamente l’aspetto psicologico dei protagonisti.

Ambientato in un vero carcere (l’ex prigione di Jolliet in Illinois) e nei dintorni di Chicago, la serie è stata trasmessa negli Stati Uniti nell’arco dello scorso anno. Il successo è stato sorprendente. Più di 10 milioni di spettatori hanno seguito Prison Break, costringendo gli sceneggiatori a rivedere i loro programmi: dalle 13 puntate previste inizialmente, infatti, la serie è diventata di 22 puntate ed è stata pensata una seconda stagione non prevista in prima battuta.

In Italia non avrà vita facile: poco pubblicizzato, il telefilm va in onda in un periodo piuttosto “morto” televisivamente parlando, con l’aggravante della seconda serata e di una replica che, su due puntate, ha già cambiato due volte orario. Nonostante ciò, Prison Break merita lo sforzo.



(30/05/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere

  
  
 
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