Uno dei massimi rappresentanti del simbolismo russo fu Aleksandr Blok (1880-1921), qui protagonista assoluto della suite vocale-strumentale per pianoforte, violino e violoncello scritta da Dimitri Shostakovic. Al piano un magnifico Steven Roach accompagnato da Vincenzo Bolognese al violino e Andrea Noferini al violoncello. I ballerini del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera danno vita alla coreografia di Luca Veggetti su La baracca dei Saltimbanchi di Balagancik sempre musicata da Shostakovic.
Questo particolare spettacolo che ha debuttato ieri sera al Teatro Nazionale forse è uno dei più difficili tra quelli musicati da Shostakovic: la partitura, soprattutto della seconda parte sulle romanze di Blok, sembra ferma e la voce di Raina Kabaivanska non raggiunge i vocalizzi aspettati. Si tratta più che altro di una voce recitante su una musica molto lontana dagli String Quartets o dai Piano Trio, così flessuosi nei loro ricami a tratti sincopati.
Il balletto La baracca dei Saltimbanchi con Anjella Kouznetsova (Colombina), Fabio Grossi (Pierrot) e Riccardo Di Cosmo (Arlecchino) è meraviglioso: la coreografia ricorda un Settecento incantevole e malinconico, leggermente barocco ed infinitamente poetico. I ballerini sono come al solito preparatissimi e la coreografia di Luca Veggetti è delicata, e gli innamorati sulla panchina assomigliano moltissimo ai fidanzatini di Peynet.
Certe trame grottesche, come il calvo uomo in nero, fanno da pendant ad un circo leggero e tragicamente avviluppato a delle atmosfere di regime, le stesse che respirava Shostakovic e che nelle scenografie sono evidenti. Sullo sfondo del palco è ripreso un intero tessuto di immagini degli anni ’20 e ’30 con attrici dell’epoca ritratte in pose glamour e grandi fotografie di Lenin. L’unico assente è Stalin, che invece ha angustiato Shostakovic per tutta la vita con richieste di inni nazionalisti e dichiarazioni di fedeltà al PCUS.
La bellissima voce di Italo Dall’Orto recita una rilettura di Pushkin da parte di Blok del 1921, La missione del poeta, ma ha intenti troppo didascalici e didattici per colpire veramente in profondità lo spirito del pubblico. I danzatori dicono molto di più con le loro parabole simboliche a tre colori: il rosso, il nero, il bianco. Sono questi, infatti, i colori che risaltano ovunque dall’inizio alla fine di questo spettacolo crudele, intessuto di morte, di respiri affannosi in cerca di libertà dai fantasmi di un despota che, sebbene non rappresentato, vive negli occhi e nella musica di Shostakovic, anche attraverso le parole di Blok.
Festival dedicato a Dmitrij Šostakovič: 20 gennaio - 4 marzo 2006
Ideazione e regia di Beppe Menegatti; consulenza e organizzazione musicale di Francesco Sodini; consulenza letteraria e nuove traduzioni delle liriche di Aleksandr Blok e delle liriche e lettere-diari di Marina Cvetaeva di Silvana De Vidovich.
Interpreti: Raina Kabaivanska, soprano, esegue le Sette romanze su poesie di Aleksandr Blok op.127. L’attrice Bianca Galvan recita in una inedita traduzione in italiano di Silvana de Vidovich le liriche di Blok. Italo Dall’Orto dà voce alla ‘Missione del Poeta’, l’ultimo scritto-conferenza di Blok, datato 10 febbraio 1921 e pronunziato alla Casa del Letterato durante la riunione ufficiale per l’84° anniversario della morte di Puškin.
Musiche dal vivo: Vincenzo Bolognese (violino), Andrea Noferini (violoncello), Steven Roach (pianoforte). Estratti dalla Sonata in RE minore op.40 per violoncello e pianoforte e dalla Sonata in SOL maggiore op.134 per violino e pianoforte, oltre al Trio n.1 in DO minore op.8.
INFO
Teatro Nazionale
Piazza Beniamino Gigli 7
Tel. 06-481601 Fax 06-4881253
Prima rappresentazione: giovedì 16 febbraio, ore 20.30
Repliche: sabato 18 febbraio ore 18.00, domenica 19 febbraio ore 16, 30
Biglietti € 20 - CRAL, Associazioni culturali e aventi diritto (minimo 10 persone): riduzione 25%. Anziani oltre i 65 anni , giovani fino a 25 anni e studenti 50%
Conoscere la forza della musica è benessere
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