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RIGOLETTO: IL DRAMMA DI UN BUFFONE
Rigoletto è una delle opere più pregiate del cosiddetto belcanto ma anche una delle più difficili e dure per gli argomenti trattati: la storia di Gilda, segregata in casa dal padre Rigoletto, di mestiere buffone, è particolarmente struggente. Quest’opera musicata da Giuseppe Verdi e ispirata da Le roi s’amuse di Victor Hugo è stata rappresentata per la prima volta a La Fenice di Venezia nel 1851. Al Teatro dell’Opera di Roma dal 10 febbraio.

Livia Bidoli

Nell’allestimento dell’Opera Festival di Macerata si nota subito come le scenografie, create per una rappresentazione all’aperto, siano state riadattate per la splendida cornice dell’Opera di Roma, dove si avvalgono della regia di Giovanni Agostinucci, anche curatore delle scene e dei costumi. Per le luci Bruno Monopoli e la coreografia di Guido Pistoni.

Al libretto di Francesco Maria Piave si affida l’opera di Verdi Rigoletto, che nella sua versione originaria aveva come protagonista il Re di Francia Francesco I, sostituito dalla censura con il Duca di Mantova nel ruolo del cinico libertino che seduce Gilda, la figlia di Rigoletto, il buffone di corte.

Il regista Agostinucci, nato come architetto e scenografo, ricompone il grande portale di Leon Battista Alberti, artista a cavallo tra ‘400 e ‘500, per il Palazzo del Duca. La grande scalinata insieme al portale creano per questa scena quasi un vertice piramidale, affidandosi ad una struttura esistente eppure astratta, ricostruita ad hoc per quest’opera.

L’ambientazione tutta cinquecentesca fa vivere i luoghi del melodramma in armonia con i personaggi, anche loro vestiti coi costumi dell’epoca ed in contrasto con il grande sfondo nero che per il regista sintetizza lo spazio mentale del dramma di Rigoletto, gobbo per mestiere. In questo luogo si avvicendano i personaggi con i loro ruoli simili a degli archetipi della tradizione. Rigoletto il padre-padrone; Gilda la ragazza segregata a casa; il Duca di Mantova l’eterno libertino.

Rigoletto è soprattutto un’opera dove le voci raggiungono vette elevatissime, le cosiddette “puntature”, i forti acuti che però non rovinano la voce, spingendosi a dei virtuosismi assolutamente unici nel panorama delle opere liriche. Nel panorama lirico verdiano si pone insieme alle altre due opere popolari, La Traviata e Il Trovatore, a volte superandole, per lo meno con la celeberrima aria “La donna è mobile”.

Gli intepreti di quest’edizione sono: Roberto Frontali/Giovanni Meoni/Renato Bruson (Rigoletto); Ramon Vargas/Tito Beltran/Roberto Costi (Il Duca di Mantova); Olga Makarina/Eglise Gutierrez (Gilda); Konstantin Gorny (Sparafucile); Tiziana Carraro/Alessia Sparacio (Maddalena); Annunziata Vestri (Giovanna); Luciano Montanaro (Il Conte di Monterone); Simone Piazzola (Marullo). Orchestra e Coro del Teatro dell'Opera. Diretti dal Maestro Bruno Campanella.


INFO
Teatro dell’Opera di Roma
Piazza Beniamino Gigli 7
Tel. 06-481601 Fax 06-4881253
Prima rappresentazione: venerdì 10 febbraio ore 20.30
Repliche: sabato 11 febbraio ore 18.00; domenica 12 febbraio ore 16.30; martedì 14 fennraio ore 20.30; mercoledì 15 febbraio ore 20.30; giovedì 16 febbraio ore 20.30; venerdì 17 febbraio ore 16.30 (scuole); sabato 18 febbraio ore 18.00; domenica 19 febbraio ore 16.30.
Biglietti da € 17 a € 130 - CRAL, Associazioni culturali e aventi diritto (minimo 10 persone): riduzione 25%. .Anziani oltre i 65 anni , giovani fino a 25 anni e studenti 50% (escluse le prime, posti in balconata ed in galleria).



(07/02/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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