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SCHOOL IN ACTION. RAGAZZI IN AZIONE?
Da ormai tre mesi, su M-Tv va in onda School in Action, un programma per teenager fatto da teenager. In questi giorni le telecamere si sono spostate al liceo Plauto di Spinaceto, vicino a Roma. Siamo stati alla loro conferenza stampa.

Daniel Tarozzi

Sono in redazione, squilla il telefono, è per me.

Rispondo e dall’altro lato della cornetta una voce un po’ esitante mi invita a partecipare alla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo che i ragazzi del liceo classico Plauto di Spinaceto stanno preparando all’interno del programma di M-Tv, School in Action.

Qual è la particolarità? La conferenza è organizzata e gestita dagli stessi ragazzi del liceo, una dei quali mi ha appunto telefonato.

In realtà, non sono stato particolarmente stupito da questa telefonata, perché per vie traverse ho collaborato alla realizzazione del programma in altre città e in altre scuole.

Ma per la prima volta, mi trovo “dall’altro lato”, ovvero davanti alle telecamere e privo di un ruolo ufficiale. Sono quindi libero da ogni condizionamento quando osservo i ragazzi all’opera e le troupe di M-Tv che gli ruotano intorno.

La conferenza si svolge in tutta tranquillità. I ragazzi, nonostante l’emozione, raccontano la loro esperienza, aiutati dal “Nongio” (il VJ di M-Tv) nei momenti di empasse. Hanno organizzato tutto nel migliore dei modi e i loro discorsi sono intervallati dalle performance del corpo di ballo e del gruppo musicale (entrambi formati da ragazzi del liceo Plauto). I giornalisti che siedono al mio fianco osservano attenti, fanno domande, prendono appunti. Non sembrano a disagio, nonostante i loro interlocutori siano quasi tutti minorenni. Il balletto e il pezzo musicale presentati (progettati e composti dai ragazzi stessi) sono l’anticipazione di quanto andrà in scena domani al Nuovo Teatro San Raffaele e fra qualche settimana sugli schermi di M-Tv. Sembrano di ottima qualità, considerando il poco tempo avuto a disposizione. I ragazzi della scuola si occupano anche della realizzazione dei costumi, della scelta del teatro e di tutti gli aspetti produttivi, ovviamente anche grazie all’aiuto e ai consigli delle troupe di M-Tv. Ma non sembrano averne molto bisogno...

School in Action nasce come un programma per teenager fatto dai teenager. Una sfida interessante che poteva essere declinata in molti modi. Un ennesimo reality? No. A differenza dei vari “Grande Fratello”, in questo caso i protagonisti cambiano continuamente, lasciando la scena “alla scuola” che diventa l’unico punto fisso della trasmissione. Anche i VJ, che presentano e accompagnano i ragazzi, cambiano di volta in volta. Marco Maccarini e Francesco Mandelli (detto il Nongio) si alternano infatti alla conduzione.

Personalmente, quando mi chiamarono a collaborare al programma, avevo molti dubbi sulla sua genuinità e sulla sua “eticità”. Mi chiedevo se fosse giusto “speculare” sui sogni e sui desideri dei ragazzi e sulla loro voglia di apparire in televisione.

In realtà, mi sono reso conto che per loro le telecamere diventano presto “normali” e, forse proprio grazie alla loro età, i loro comportamenti erano abbastanza spontanei. Ma soprattutto mi sono reso conto che, almeno nelle scuole in cui sono stato io, la voglia di realizzare qualcosa di diverso, di recitare, cantare, ballare, gestire uno spettacolo, di far qualcosa di creativo all’interno delle mura della propria scuola era di molto superiore al desiderio di comparire in televisione.

L’entusiasmo dei ragazzi al momento dello spettacolo è genuino, travolgente, emozionante. Le telecamere presto si spengono; M-Tv se ne va; dopo poche settimane la comparsa in tv dei ragazzi viene dimenticata; ma le amicizie, i rapporti, le emozioni, le ansie e i dispiaceri provati li accompagneranno molto a lungo.

Chi scrive ha spesso criticato e spesso criticherà molti programmi della nostra televisione. In questo caso, il parere non poteva essere oggettivo essendo stato coinvolto in prima persona nei meccanismi che muovono questa trasmissione. Ma sono sempre stato convinto che la tv non sia un mezzo né positivo né negativo di per sé, ma che vadano giudicati i suoi contenuti. In questo caso, non mi esprimo sulla qualità degli stessi (sarebbe un conflitto di interesse...), ma mi sento di poter tranquillamente affermare la buona qualità di chi li “produce”: i “ragazzi in azione”.



(20/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere

  
  
 
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