La gente ha avuto tempo di ascoltarlo tutta l’estate, e ora che le radio commerciali ci hanno portato a noia i ritornelli più orecchiabili, comincia la stagione dei concerti.
’Buon sangue’ è l’ultimo lavoro di Lorenzo, meno pubblicizzato in tv dopo il flop de ‘Il Quinto Mondo’ nel 2002. Tre anni di silenzio per una miriade di pezzi ingarbugliati, la metà dei quali contenuti nell’edizione limitata comprensiva di un secondo disco intitolato Extra F.U.N.K., dove per F.U.N.K. si intende Fratelli Uniti nel Kaos.
Ma il funk è solo la spinta iniziale dell’idea che ha dato origine all’album, alla cui realizzazione hanno partecipato gli artisti più diversi come Planet Funk, Celsio Valli e Michele Canova. Jovannotti sa di aver fatto un disco bellissimo, dice così. Dopo tre anni di letture e di cure per le sue cose più importanti: la figlia di sei anni, e la sua donna.
Fatto sta che di musica ce n’è poca, a volte bisognerebbe evitare le confusioni. Lorenzo non è un cantante, è a suo modo un oratore del duemila, e questo vuole restare.
Ritmo, quello non manca, ripetitivo da risultare ipnotico, ma non troppo, mischiato all’elettronica a volte psichedelica, a volte tendente a sposare un po’ di bossa (come in Voglia di libertà o La valigia). Quella che emerge è una voluta tribalità vestita hip-pop, nonché uno spiccato senso del divertimento nel giocare metricamente con la lingua italiana vecchia e contemporanea. Vena neo-poetica che può solo far piacere all’orecchio e alla mente.
Il resto ruota vorticosamente attorno ad una sorta di umanità disordinata, disorientata, disgregata che viene raccontata da raffiche di parole, più che altro descrizioni elencate per asindeto, enumerazioni e anafore quasi a richiamare le giaculatorie delle preghiere di gruppo, o i rituali delle comunità orali. 'Penelope', 'Bruto', 'Falla Girare', 'Coraggio', mischiano personaggi epici e uomini moderni, leggende bibliche e personaggi televisivi, in uno stato confusionale che ci rende fratelli di una storia esplosa nella relatività di ogni cosa, forse fin troppo ribadita.
A completare il tutto, un libretto pieno di disegni coloratissimi e semi-inquietanti, di spade, gente nuda, teste mozzate, risate. Una sorta di commedia dantesca rivisitata in chiave fumettistica, senza parole. Non manca poi la ballata amorosa rilassante, stile Gino Paoli in poltrona, dei due innamorati ‘senza nulla da fare che non hanno nient’altro che una storia d’amore’.
Insomma, questo lavoro è tutto da saltare, tra una pillola e l’altra di ‘filosofia e buonismo’, vizio che Lorenzo non riesce proprio a togliersi, tanto che alla fine anche nel titolo qualcosa di ‘positivo’ deve metterlo sempre, e se ieri era un ragazzo fortunato, oggi si sente di sangue ‘buono’.
Conoscere la forza della musica è benessere
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