Comincia con una Mara lamentosa, la 'nuova' domenica firmata Rai.
Lo sketch gratuito di Mara Venier che fa la diva nei camerini, poi urla tra le piume dicendo di essere stata avvelenata, con il vino che ha appena bevuto. E via alle corse, urla e camicie di forza.
Cinque minuti dopo la scenetta, si apre la visuale sul 'Delle Vittorie': centoquaranta ragazzoni di tutte le nazionalità, irrinunciabilmente in divisa bianca stile marines, su uno sfondo azzurro. Devono dire 'oooh', 'siiii', 'nooo', quando la Venier fa loro segno con la testa. Ma giocano anche a sette e mezzo con carte giganti per gli ospiti telefonici da casa. Insomma il solito programma diretto dalla regia di Boncompagni, stile 'Non è la Rai', anche se questa volta lo è, fratello degli innumerevoli programmi portati in tv con la Carrà.
Ancora Mara. Ancora Boncompagni. Ancora le carte giganti.
Dopo un'ora, mentre il mondo cade a pezzi e tutta Italia, anche solo per sbaglio, passa davanti al televisore, la Venier e un Malgioglio vestito da Principe Azzurro, fingono un'intervista seria canzonando una serie di battute sull'omosessualità di quest'ultimo.
Troppo arduo il compito di spingersi oltre nella visione.
Insomma, sempre la stessa pappa…tanto rumore per nulla?
Eppure è solo l'inizio di quello che la Rai ha in serbo quest'anno per i telespettatori. Una domenica divisa tematicamente in tre parti, corrispondenti alle relative fasce orarie.
Dalle 14 alle 16 Mara Venier e Gianni Boncompagni si vedono autori di 'Maramao', in onda dal Teatro delle Vittorie. Luisa Corna e Massimo Giletti, invece conducono il secondo tempo, dalle 16 alle 18, con 'L'Arena': musica, talk show e i consigli alimentari di Rosanna Lambertucci. Per finire, Pippo Baudo dalle 18 alle 20 con 'Ieri, oggi e domani' farà compagnia agli spettatori stremati tra la storia televisiva di ieri, gli ospiti di oggi, e i giochi dei bambini, uomini del domani. Oltre alla retorica, il solito quizzone finale: indovinare un brano musicale 'mascherato' eseguito in diretta dall'orchestra. I vincitori saranno comunicati da Pippo dopo il Tg delle 20.
Quello che qualcuno ha definito il 'serpentone domenicale', dunque, non ha smesso di tormentarci. Anzi. In qualche modo siamo spacciati, costretti a spegnere la tv. Il programma a contenitore per eccellenza, immondezzaio di generi e divi insulsi ha soltanto cambiato sembianza. Potremmo dire di 'un serpentone a tre teste', ma sempre di serpentone stiamo parlando. Come se invece di farcela bere tutta d'un fiato, la medicina amara, ce la dessero a gocce, una alla volta. La sostanza, però, resta la stessa. Ognuno recita il suo programma come se niente fosse, identico a come lo faceva gli anni scorsi, ad un'altra ora su un altro canale. Nessuna rielaborazione di fatto.
D'altra parte un'alternativa domenicale non c'è.
L'Arbore dell'Altra Domenica anni settanta, o la Dandini di Parla con me, al massimo li mandano in onda a notte fonda, e tra i giovani preferiscono una Simona Ventura sguaiata e al servizio dell'audience. La domenica della mediaset, poi, non meriterebbe neanche di essere menzionata, un frullatore di personaggi in cerca d'autore che finiscono immancabilmente per saltare da un reality ad una gara di danza senza sapere perché. L'odore di marcio arriva fin oltre lo schermo, altro che Buona domenica...
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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