Oggi è di moda seguire corsi di danza del ventre. Ne parliamo con la Dott.ssa Simona Parisi -psichiatra e cultrice di quest’arte- che ne tiene uno piuttosto speciale.
Dott.ssa Parisi, a cosa serve un corso di danza del ventre?
Innanzitutto è più corretto chiamarla danza orientale, perché i movimenti che coinvolgono la persona non riguardano solo il bacino ma tutto il corpo, dagli occhi alla punta dei piedi.
La danza orientale può essere un valido aiuto al recupero del rapporto col proprio corpo. Spesso siamo vittime di blocchi che, a lungo andare, influenzano la forma fisica.
Ci può fare un esempio?
Il cosiddetto “bacino murato”: chi studia o fa un lavoro sedentario costringe il busto a una immobilità che, col tempo, fa perdere ai fianchi la caratteristica forma assottigliata. Assumiamo una postura inamidata che svilisce i movimenti spontanei.
Qual’è l’approccio con i corsisti?
Naturalmente si tratta esclusivamente di donne. Col sostegno del Prof. Luigi De Marchi –presidente dell’Istituto Reich e della Società Italiana di Analisi Bioenergetica- introduciamo le nostre clienti alle teorie della bioenergetica applicate alla danza orientale. In modo del tutto volontaristico le corsiste vengono analizzate nella postura e nei movimenti di base. Si individuano così i blocchi e i punti di maggior concentrazione della tensione. Si fornisce loro una spiegazione e si individua la modalità “terapeutica”.
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