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E’ come cercare di tenere pulito un pavimento con un’aspirapolvere al quale non vengono mai cambiati i filtri o i contenitori per la polvere: accadrà che piuttosto che pulire essi spargeranno altra polvere intorno!

Alla fine dell’esperienza del bonding si vive, tra l’altro, una condizione di pienezza, di libertà, appagamento e pulizia. E ciò impedisce di trattenere e fare stratificare nuovamente, o quanto meno non con la stessa facilità, altre emozioni.
Ossia diventa più facile esprimere la rabbia, il dolore o la paura, evitando così la loro cristallizzazione nel corpo.

Come effetto “collaterale”, l’uso di questa tecnica rompe lo schema che “non sta bene urlare” o che si urla per aggredire un’altra persona.
Si scopre, invece, che attraverso l’urlo di sprigiona una quantità enorme di energia.
Accade, dunque, che le emozioni ristabiliscono la loro funzione di segnale riguardo alla soddisfazione di bisogni, e che la loro espressione mantiene uno stato di equilibrio psicofisico che senz’altro facilita il processo psicoterapeutico.


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(14/12/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

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