Usato in scala ridotta come oggi, il biodiesel non “danneggia” l’ambiente, anzi. I livelli imposti dall’UE, tuttavia, farebbero sì che la diminuzione di inquinamento da polveri sottili e idrocarburi, infatti, venga a scontrarsi con la drastica riduzione delle campagne, con tragici effetti a livello ecologico.
Il vantaggio del biodiesel, infatti, si estende solo fino al punto in cui sia possibile utilizzare olio di scarto o comunque già prodotto (vedi l’olio di colza in distribuzione da tempo da Lidl): uno studio in Gran Bretagna ha dimostrato il riciclo di oli da cucina in questo paese potrebbe rifornire solo 100.000 tonnellate di diesel all'anno, l'equivalente di 1/380 del nostro carburante per trasporto su strada.
Secondo lo stesso studio, i consumi di petrolio annui per i trasporti su strada in Gran Bretagna sono di 37.6 milioni di tonnellate. Un ettaro di terreno coltivato a colza fornisce 1,45 tonnellate di biodiesel (composto per il 5% da olio di colza). Affinché auto, bus e camion vengano alimentati completamente a biodiesel verrebbero richiesti, in altre parole, 25.900 ettari di terra per la coltivazione della colza. In Gran Bretagna ce ne sono 5.700. Se il biodiesel venisse liberalizzato si richiederebbe un volume di campi arati pari a 4 volte e mezzo quello attuale…un disastro ambientale.
Fra l’altro, il biodiesel non può essere prodotto solo con la colza, ma anche con l’olio di palma o di soia. Entrambe queste colture sono diffuse in paesi in via di sviluppo dove la manodopera è decisamente a buon costo. E allora via libera a nuova deforestazione, in paesi in cui il problema è già abbastanza grave allo stato attuale (vedi coltivazioni di soia nella foresta Amazzonica). Si tratterebbe di un buon ritorno economico in breve tempo, ma con costi per l’ambiente altissimi…cosa che, quando ci sono di mezzo i soldi, si tiene sempre in basso conto.
Quindi il problema resta piuttosto spinoso. Come ogni questione esistono pro e contro. Noi riteniamo che, prima di firmare petizioni, alimentare l’auto a biodiesel o schierarsi contro la sua produzione, sia necessario analizzare tutti i lati del problema. Mai come ora l’ambiente ha bisogno che la gente, prima di agire, rifletta un attimo di più.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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