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ANCHE LE CREME AVRANNO UNA SCADENZA. E LA NOSTRA PELLE?
Dall'11 marzo sulle etichette dei prodotti estetci sarà obbligatorio segnalare la scadenza del prodotto. Ma chi segnalerà quella della nostra pelle?


Daniel Tarozzi

Dall’11 marzo anche le creme avranno una scadenza. Milioni di donne e di uomini esultano: i loro visi e le loro mani saranno finalmente protetti come i loro stomaci. Sarà infatti obbligatorio segnalare sull’etichetta dei cosmetici il Pao/period after opening, il periodo di durata dopo l’apertura, espresso in numeri: 6 m, per esempio, significherà che il prodotto perderà le sue proprietà dopo 6 mesi.

La nuova direttiva va ad affiancarsi alla norma comunitaria approvata nel ’98 con la quale si introduceva l’obbligo di etichetta, prontamente adottata anche dai produttori internazionali per competere sul mercato europeo.

La lettura di queste etichette, però, non è facile. La legge prevede, infatti, che gli ingredienti siano indicati in inglese o in latino.

Si reintroduce quindi un elemento di discriminazione classista nella nostra società: se sei colto e poliglotta, potrai spalmarti creme di buona qualità e di sicura efficacia, altrimenti dovrai affidarti al caso, sperando di non incappare in qualche estratto improbabile, che rassodi la propria pelle con la cera lacca…

Al di là delle facili ironie, sforzarsi di tradurre le etichette può risultare un’operazione al quanto redditizia. Ci sono infatti creme che costano anche 5 volte meno di altre più conosciute e che hanno esattamente gli stessi ingredienti. La lettura delle etichette, inoltre, protegge i consumatori da spiacevoli effetti collaterali come, ad esempio, allergie e pruriti per le pelli più sensibili.

Insomma, tra scadenze e etichette, il consumatore è sempre più protetto. La speranza resta sempre quella di rinviare la scadenza. Della propria pelle.


(02/02/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


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