Secondo Paolo chi si imbatte nella Floriterapia dovrebbe avere la certezza di incontrare quell’energia pura dei fiori, tanto decantata da Bach, un’energia che implica una sorta di miscela alchemica nella quale convergono non solo gli elementi della Natura, ma anche quelli umani: integrità ed onestà sono requisiti essenziali dai quali non può prescindere chi si dedica alla preparazione di questi rimedi.
Tali requisiti, secondo Paolo, caratterizzano la Healing Herbs di Julian Barnard, alla quale la Spiritual Remedies si affida da anni con l’assoluta e incontrovertibile certezza che i preparati posti in commercio provengono dagli stessi luoghi in cui il dott. Bach scoprì alcuni dei suoi rimedi; è proprio lì, infatti, che Edward colse e studiò i suoi primi fiori, “cogliendone” la magica, sottile energia, capace di riequilibrare la disarmonia umana.
Viene spontaneo chiedersi, a questo punto: come viene “catturata” l’energia guaritrice dei fiori? Come avviene la loro raccolta e la loro preparazione? Quali rigorosi e tradizionali procedimenti vengono seguiti?
«E’ necessario cogliere i boccioli più chiusi e integri all’alba di una giornata di sole – ci spiega Paolo - quando i fiori sono nella piena stagione della fioritura. Una volta raccolti, i fiori vanno immediatamente posti in un recipiente di vetro molto sottile, riempito con l’acqua limpida dei ruscelli che scorrono nelle vicinanze del campo di raccolta.
Il contenitore viene poi chiuso e posto al sole, per 3-4 ore nello stesso luogo, in modo che i fiori possano essere attivati dalla luce del sole e trasferiscano l’energia guaritrice nell’acqua. Successivamente i boccioli vengono tolti e il liquido ottenuto viene versato in contenitori con uguale quantità di brandy che agisce da conservante.
Non tutti i rimedi, tuttavia, possono essere sottoposti a questo procedimento, definito “Del sole”, e vengono “estratti” mediante il “metodo della bollitura”; questa seconda procedura implica 30 minuti di ebollizione in acqua pura delle parti scelte della pianta, successivamente filtrate.
La cura non implica, comunque, controindicazioni poiché si basa essenzialmente sugli elementi più puri della Natura: le piante selvatiche cresciute senza la contaminazione dell’uomo.
L’apporto di Bach si discosta, tuttavia, dall’utilizzo classico delle erbe medicinali o di preparati farmaceutici ricavati da sostanze naturali poiché non utilizza il materiale fisico della pianta bensì l’energia presente nel fiore. Nonostante le malattie fisiche presentino infinite sfaccettature le cause psicologiche – e conseguentemente i fiori utilizzati a scopo terapeutico – sono classificate da Bach in sette gruppi: paura, incertezza, insufficiente interesse per il presente, solitudine, ipersensibilità alle influenze e alle idee, scoraggiamento e disperazione, ed eccessiva cura per il benessere altrui».
Questo affascinante itinerario lungo il quale Paolo Marchiori ci ha condotti per mano si conclude qui, lasciandoci il sapore strano del dubbio: potremmo riconoscere intorno a noi persone e situazioni che incarnano uno o più rimedi... Scherzosamente proviamo a farlo con i personaggi di Shakespeare… Amleto, ad esempio, sarebbe Scleranthus per la sua famosa indecisione, avrebbe bisogno di Mustard per la profonda malinconia e di Cherry Plum per i suoi pensieri suicidi e la follia imminente…
La Floriterapia di Bach è ovviamente un metodo più articolato e complesso… Anche se ognuno di noi, ripensando alla propria vita, può facilmente individuare il fiore di cui avrebbe avuto bisogno. Come, infatti, ha scritto Bach: «In questo sistema di guarigione ogni cosa può essere fatta dalle persone stesse...».
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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