Le malattie dell’acqua
La mortalità nei paesi in via di sviluppo è, com’è noto, molto alta. Non tutti, però, forse sanno che l’80 per cento delle malattie che colpiscono le popolazioni che abitano in questi paesi sono dovute all’acqua. O meglio, alla scarsità di acqua o alla presenza di acqua inquinata.
A causa di acqua contaminata, infatti, hanno facile diffusione le malattie gastro-intestinali, come la diarrea, che mietono costantemente vittime. Per non parlare di malanni dovuti a punture di insetti che vivono in acque non bonificate, come la malaria. O dell’igiene insufficiente dovuta non a una questione culturale, ma alla scarsità d’acqua o alla presenza di acqua inquinata.
La realtà, già di per sé dura, colpisce ancora di più se si pensa che questo alto tasso di mortalità riguarda soprattutto i più piccoli, ovvero i bambini sotto i cinque anni.
A tutto ciò si aggiunge la mancanza di vaccinazioni contro alcune malattie mortali, ma prevenibili e potenzialmente curabili, come la malaria e la resistenza sempre più elevata di batteri e parassiti alle medicine.
Cosa si può fare
Si calcola che un contadino africano abbia a disposizione 20 litri di acqua al giorno. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che il per ognuno è di 50 litri di acqua al giorno. Soltanto in Italia, tuttavia, ogni cittadino consuma una media 10 volte superiore al fabbisogno minimo indicato dall’OMS. I numeri parlano da soli.
Occorre certamente cominciare da una maggiore consapevolezza e da un minor spreco: a livello personale, agricolo e industriale. Ridurre gli sprechi e limitare l’inquinamento delle acque rappresenterebbe già un buon inizio. Unito a un’educazione all’igiene e a un miglioramento delle tecniche di irrigazione in molte parti del mondo.
Ma scoprire cosa fare non è difficile. Numerose sono le associazioni no profit che si occupano del problema dell’acqua a cui è possibile offrire il proprio contributo. A titolo di esempio citiamo AMREF, un’organizzazione operante in Africa che si occupa delle problematiche del continente nero e che da tempo porta avanti una campagna di sensibilizzazione sull’acqua e un progetto di aiuto concreto, dal titolo “AMREF porta l’acqua”, che promuove la costruzione di pozzi e di acquedotti.
Ciò che potrebbero fare i governi, poi, è molto di più, come ben evidenziano le sfide lanciate dalle Nazioni Unite nel sopracitato WWDR: i governi delle nazioni mondiali potrebbero apportare una vera svolta alla questione proteggendo l’ecosistema, promuovendo un’industria più pulita, dividendo le risorse, governando la risorsa idrica in maniera più equa.
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