Questa lunga premessa ci sembra fondamentale per arrivare ad un punto cruciale: nessuno mette in discussione il fatto che si debba pagare per andare a scuola, per acquistare un oggetto od un libro, o per ottenere un servizio, mentre il problema sorge quando si entra nel dominio delle cose “spirituali”. Eppure non si riesce a capire perché il tempo di un terapeuta o di un maestro di Reiki (anche se il discorso vale ovviamente per tutte le discipline simili) debba valere meno di quello di un idraulico, di un insegnante o di un ricercatore. Nel caso del Reiki in particolare, infatti, viene messo in chiaro fin dal primo momento che quello che si paga non è mai l’energia, la guarigione od altro, ma solo ed esclusivamente il tempo e la professionalità di chi opera, esattamente come all’insegnante di filosofia non paghiamo il pensiero di Socrate e Platone ma la sua disponibilità a trasmettercelo.
Esiste poi un altro aspetto estremamente importante, ed è il principio dello “scambio energetico”: scuole iniziatiche, terapie psicologiche, etc. ci insegnano da sempre che una persona utilizza realmente solo ciò che si è conquistato con le proprie forze: nel Reiki non esistono guaritori, nessuno guarisce nessuno: chi opera canalizza energia per aiutare l’autoguarigione di chi riceve il trattamento, e per questo motivo è quanto mai essenziale che quest’ultimo paghi i trattamenti ricevuti, ossia si impegni attivamente nel processo di guarigione.
Questo principio è stato formulato in maniera estremamente chiara e categorica proprio da Mikao Usui, ossia da colui che ha riscoperto il Reiki intorno alla metà del secolo scorso, come conseguenza delle esperienze da lui stesso vissute nel ghetto di Kyoto: dopo anni dedicati a trattare gratuitamente i malati ed i mendicanti, si accorse che essi tornavano dopo breve tempo nel ghetto perché “trovavano più comodo che qualcuno si prendesse cura di loro”: in poche parole, si accorse di aver lavorato sul loro corpo fisico ma di non aver fatto nulla per stimolare in loro un diverso atteggiamento nei confronti dell’esistenza.
Un ultima cosa che ci preme sottolineare è l’importanza di guarire il proprio rapporto con il denaro: i soldi sono una manifestazione simbolica dell’energia, in quanto per ottenerli dobbiamo lavorare e a nostra volta li utilizziamo per ottenere altre cose: è come se “congelassimo” temporaneamente l’energia del nostro lavoro in attesa di servircene. Anche per questo motivo, nel Reiki l’argomento soldi viene posto in primo piano: è ovviamente possibile cadere nella tentazione di speculare, di arricchire alle spalle degli altri (e ciò è purtroppo possibile in ogni sfera dell’attività umana), ma dall’altro canto è possibile utilizzare il denaro come energia per fare esperienza. Trovare il giusto mezzo tra avidità e timore superstizioso dei soldi non è facile, ma riuscirci significa indubbiamente avere fatto un passo importante verso l’armonizzazione tra la realtà materiale e quella spirituale. Denaro, potere, lo stesso sesso sono energie che possono essere utilizzate in molti modi, esattamente come l’energia elettrica o quella nucleare: l’esistenza della sedia elettrica non ci impedisce certo di utilizzare l’elettricità nelle nostre case, e l’esistenza di truffatori e speculatori non ci deve certo trattenere, anzi deve stimolarci a trovare un nostro equilibrio con questo tipo di energia.
Per informazioni sui semninari di Reiki e sulle altre attività dell'Associazione Pachamama, consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.
Non aver paura di crescere è benessere
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