HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
News 

 
Pagina 1 di 2
ENERGIA DEL REIKI ED ENERGIA DEI SOLDI

Giancarlo Tarozzi

Quando si parla o si sente parlare di Reiki, molto spesso, le prime domande che sorgono non sono legate all’efficacia di tale metodo ma all’aspetto economico: perché bisogna pagare i trattamenti ed i seminari dal momento che l’energia non ci appartiene, etc. Per questo motivo, abbiamo pensato che fosse importante affrontare a fondo l’argomento per cercare di inquadrarlo in una prospettiva più profonda.

In molti paesi, tra i quali purtroppo dobbiamo inserire anche l’Italia, c’è sempre stato un grosso equivoco sulla relazione tra soldi e spiritualità, fino ad arrivare a considerare come “sporco” chi chiede un pagamento in questo settore. Si tratta di un fenomeno tipicamente europeo ed occidentale, legato alla tradizione giudeo-cristiana che pervade la nostra cultura. In altri paesi, per esempio negli Stati Uniti o nel Quebec, il denaro viene considerato come un’energia dinamica. La prima cosa che ci sembra evidente a questo proposito è che il concetto di “denaro sporco” è estremamente mentale, in quanto divide la realtà in compartimenti stagni: le cose spirituali e quelle materiali, quelle sacre e quelle profane.

Il Reiki, come tutti i grandi insegnamenti iniziatici e Tradizionali, propone invece il fatto che la Realtà è unitaria, e che se da un lato abbiamo bisogno di scomporla ed analizzarla a livello mentale per interpretarla, non bisogna poi diventare schiavi delle nostre categorie mentali. E’ evidente che se entriamo in una stanza abbiamo bisogno di identificare tavolo, sedie, mobili, etc. per poterci muovere ed agire: si tratta di classificazioni estremamente utili, sulle quali si basa qualsiasi possibilità di costruire una civiltà, e corrispondono in gran parte all’attività dell’emisfero sinistro del cervello, quello preposto al pensiero razionale. Se però vogliamo poi avere una visione globale, cercare di comprendere l’universo nella sua globalità, dobbiamo ricomporre la nostra visione particolare in un quadro più ampio. Anche la suddivisione tra sacro e profano, materiale e spirituale, rientra in questo discorso.

Penso che tutti conoscano quelle persone che vivono la quasi totalità del loro tempo in una dimensione assolutamente fisica dominata dall’egocentrismo, per poi rigenerarsi in un breve bagno di spiritualità, con periodicità più o meno settimanale, nei riti di una delle tante religioni esistenti, e riprendere subito dopo a vivere come prima. Molti Maestri ci dicono che non serve molto limitarsi a meditare in una stanzetta isolata dal mondo, se ciò non modifica il nostro modo di vivere: con un apparente paradosso, ci dicono che il momento più genuino per meditare è quando siamo in gabinetto, ossia nei momenti in cui siamo estremamente immersi in attività fisiche.


  
1 | 2
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo