Anche questa in realtà è molto viva e ricca di contenuti.
Si ipotizza che il cervello, durante il sonno, attui una sorta di resettaggio, ossia un riordino di quanto ha elaborato e appreso durante il giorno, fissando ad esempio i ricordi utili ed eliminando quelli che non servono.
Nella fase REM (Rapid Eyes Movements) del sonno, inoltre, viviamo situazioni, sensazioni, emozioni, fette di vita molto intense, insomma sogniamo.
La produzione onirica può avere svariate chiavi di lettura, quindi ne approfondirò una legata all’utilizzo del sogno nella psicoterapia gestaltica.
Avrò occasione in seguito di inquadrare il tema sotto altre prospettive.
In genere il sogno è considerato come una realtà totalmente staccata da ciò che siamo nello stato di veglia.
In una visione olistica, globale dell’individuo, a mio avviso, questa percezione contribuisce solo a frammentare la persona più di quanto già non lo sia anche per esigenze legate al suo essere animale sociale.
Così come, sempre nella visione comune, si considera il mondo conscio assolutamente staccato da quello inconscio.
E se provassimo a considerare le due realtà come espressioni di un unico essere che tende comunque a creare connessioni piuttosto che a dividere (pensate ad esempio alla tendenza all’aggregazione dal mondo cellulare in avanti)?
Tutti sogniamo, anche quando siamo convinti del contrario solo perché non ne abbiamo ricordo (chissà perché?!).
Tutti possiamo imparare dai nostri sogni e trovare spunti per cambiare anche grazie ad essi.
|
|