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L'ANSIA DA... VIRILITA'
CAUSE E RIMEDI

Tratto da NATURA & BENESSERE n° 2

Ricerche attendibili condotte attorno ai “comportamenti sessuali” degli uomini italiani rivelano che sta sempre più tramontando il mito del “maschio latino” il quale, oltre ad essere molto spesso carente nelle sue prestazioni sessuali è colto da vere e proprie crisi d’ansia legate alle sue performance di coppia.
Quali sono le possibili cause e quali i rimedi?

Sarah Coletti

Studi recenti sottolineano che i problemi inerenti alla sfera sessuale maschile possono insorgere anche senza preavviso in qualsiasi momento della vita sessuale attiva che, teoricamente, va dalla pubertà fino alla vecchiaia inoltrata.

Pare che gli italiani che soffrono di questi disturbi in maniera più o meno persistente e talvolta silenziosa, siano almeno sei o sette milioni; le statistiche inoltre sottolineano che almeno il 13% degli uomini in genere soffre o ha sofferto di disturbi connessi alla libido in generale, con la conseguente compromissione della dinamica alla base della capacità erettile, della eiaculazione e dell’orgasmo.

La libido, ovvero il desiderio e la voglia di contatto sessuale, pare risenta moltissimo di una serie di fattori contingenti quali stress, ansia, sensi di colpa, problemi di coppia, timidezza, competizione, ansia da prestazione.

Quando questi fattori possono essere ricondotti unicamente alla sfera emotiva o psicologica sono certamente superabili, e in breve tempo. La problematica assume un carattere più serio e duraturo quando, invece, le cause risiedono in fattori di tipo fisiologico.

I corpi cavernosi del pene possono essere paragonati a delle spugne con innumerevoli caverne ad elevata capacitanza, le cui pareti sono costituite da fibre connettivali e muscolari lisce.

Alla base dell’erezione vi è dunque una sorta di meccanismo idraulico: la vasodilatazione arteriosa chiude le valvole venose in modo che il sangue riempia i cavi cavernosi e venga trattenuto al loro interno. E’ facile dedurre che qualsiasi difficoltà erettile possa essere imputata, in linea di massima, alla diminuzione del flusso di sangue al pene, o al suo rapido deflusso o ad entrambe le dinamiche, ma potrà anche essere imputato a problemi inerenti la struttura e la capacità erettile del tessuto cavernoso.

Vanno tuttavia considerate anche altre possibili cause imputabili al sistema neurologico o a quello ormonale e metabolico. Identificare la causa oggettiva del problema spetta innanzi tutto al medico o allo specialista, soprattutto qualora il disturbo perduri e non sia imputabile all’età.


  
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