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LA PROFEZIA SECONDO LA VISIONE ANDINA: INTERVISTA A DON JUAN NUñEZ DEL PRADO
Secondo una profezia Inka siamo all’alba di una nuova era caratterizzata dalla comparsa di iniziati Inka di quinto livello, dotati della capacità naturale di guarire qualsiasi malattia con il tocco della mano. Cerchiamo di capire meglio questa profezia attraverso l'intervista rilasciata da Don Juan

Giancarlo Tarozzi

Nei miei viaggi di ricerca in Perù ho avuto occasione di incontrare e lavorare con Don Juan Nunez del Prado. Antropologo e sacerdote andino con il quale ho ripercorso tra le altre cose l’Hatun Karpay, il percorso iniziatico Inka descritto da Elizabeth Jenkins (anch’essa iniziata da Don Juan) nel bestseller “Il ritorno dell’Inka”.

Uno degli elementi centrali della visione Inka è la profezia, riscoperta dal padre di don Juan, l’antropologo che scoprì i Q’eros, eredi diretti della civiltà precolombiana, che hanno mantenuto viva tale cultura in villaggi sperduti sulle Ande a cinquemila metri di altezza.

Secondo tale Profezia, tra le altre cose, siamo all’alba di una nuova era (tanto per cambiare…) caratterizzata dalla comparsa di iniziati Inka di quinto livello, dotati della capacità naturale di guarire qualsiasi malattia con il tocco della mano (chi ha letto gli articoli già pubblicati sul Reiki non potrà non notare l’analogia). Un altro modo per preannunciare un’era di recupero dell’armonia tra crescita spirituale e guarigione.

Riporto di seguito uno stralcio di un’intervista nella quale ho chiesto a don Juan ulteriori chiarimenti sul senso della profezia; si tratta di una citazione necessariamente parziale, in quanto gran parte del discorso presuppone una conoscenza della cosmogonia Inka che sfugge decisamente dall’obiettivo di questa rubrica.


Juan, come ha incontrato la profezia?
Quando ho cominciato a lavorare con don Benito e ho avuto l’iniziazione al 4° livello per la prima volta, lui mi ha dato una visione completa e, allo stesso tempo, molto semplice, sul ritorno dell’Inka.
Dice che gli ultimi due Inka del sec. XVI che si chiamano Waskar e Atahualpa stanno nel mondo interiore perché hanno fatto una guerra civile che è totalmente contraria all’ayni.
C’era un’enorme energia pesante e questa energia li ha risucchiati nel mondo interiore.
Per liberarsi da questa energia pesante hanno dovuto insegnare a praticare l’ayni agli esseri del mondo interiore (il mondo sotterraneo).

Quando avranno finito il loro lavoro torneranno in questo mondo e inizierà l’epoca del Taripay Pacha che è il periodo del reincontro umano.
Alla fine tutti gli esseri umani impareranno a vivere come fratelli e sorelle.

Quando don Benito mi raccontò questo, la domanda logica fu “quando”? E la risposta fu uno schema di date, una sequenza: per prima cosa bisognava avere un Pachakuty (Pacha = cosmo; kuty = capovolgimento, inversione cosmica) che è una trasmutazione cosmica e questo doveva durare tre anni.
Dopo questi tre anni devono arrivare sette anni di preparazione e dopo questi sette anni deve venire un periodo di dodici anni di manifestazione.

Nell’aprile del 1988 don Benito è morto e il 1^ gennaio del 1990 sono arrivati separatamente a casa mia, a Cuzco, due maestri. Uno era don Jesus Qana e l’altro era don Manuel Quispe. Mi hanno detto solo una cosa: nella notte dell’anno nuovo avevano visto e ricevuto un messaggio che il Pachakuty sarebbe iniziato il 1° agosto di quell’anno. Mi abbracciarono e se ne andarono.
Tra l’agosto del 1990 e l’agosto del 1993 in Perù ci furono molti cambiamenti violenti.
Tali cambiamenti mi fecero prestare attenzione allo schema ricevuto da don Benito. Apparve chiaro che il Pachakuty era stato dal 1° agosto del 1990 al 1° agosto 1993 e che i sette anni di preparazione andavano dal 1° agosto del 1993 al 1° agosto del 2000. Il tempo di manifestazione era dal 1° agosto del 2000 al 1° agosto del 2012.

Don Juan, cos’è la manifestazione?
Consiste nel fatto che dodici persone, sei uomini e sei donne, raggiungeranno il 5^ livello di conoscenza. Quando queste dodici persone si riuniranno una coppia entrerà nel 6° livello, non necessariamente una coppia tra le precedenti dodici. Ognuna di queste persone arriverà separatamente al 5° livello, in dodici santuari che stanno tra Ecuador, Perù e Bolivia.
Queste persone possono essere chiunque, non importa se siano o meno discendenti di Inka o peruviani.

Nel 1995 abbiamo portato con Elizabeth due maestri Qeros dagli Hopi. Là abbiamo scoperto che gli Hopi avevano più o meno lo stesso calendario relativo la profezia. Gli Hopi sostengono che nel 2012 si manifesterà la quinta umanità. Anche il calendario Maya finisce nel 2012. In seguito ho verificato che molte correnti spirituali hanno il 2012 come momento di transizione.

Il 5° livello si chiama Inkamallku e si caratterizza per il potere di curare tutte le infermità solo con il tocco della mano e equivarrebbe a quello che in occidente si intende come potere taumaturgico. Il 6° livello si caratterizza per essere capaci di brillare fisicamente e equivarrebbe a quello che in occidente si conosce come trasfigurazione o illuminazione.

Per la gente comune col ritorno dell’Inka cosa accadrà?
Inizierà il Taripaypacha che è un’epoca di armonia, di pace e di prosperità per tutta l’umanità. La cosa interessante nella tradizione andina è che non solo si aspetta il ritorno dell’Inka, ma chiunque ha un po’ di conoscenza spirituale deve impegnarsi a preparare attivamente questo ritorno, lavorando nel perfezionamento interiore personale. Da una parte per preparare questo risultato e dall’altra per essere pronto a partecipare alla condizione del nuovo tempo.

Per informazioni sui seminari e le altre attività dell'Associazione Pachamama consultare il sito www.sciamanesimo.eu, scrivere a segreteria@sciamanesimo.eu o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(15/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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