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Sono portata a ritenere che nell’era della creazione di macchine pensanti sempre più sofisticate, si stia affiancando un’era di creazione di esseri umani che si arrugginiscono, si automatizzano e non pensano come era un tempo per i congegni meramente meccanici!

Non sono una psicologa ad indirizzo scolastico.
So però che tra i compiti primari di tale figura professionale c’è quello di stimolare gli alunni in difficoltà, entrare in empatia con loro, scremare tra le varie cause di disagio scolastico (sintomi reattivi a tensioni evolutive, a situazioni ambientali e familiari, o propriamente patologiche), proporre cambiamenti nelle relazioni che non funzionano ( tra istituzione scolastica e bambino, istituzione e genitori, genitori e bambino), anche per evitare le conseguenze devastanti di un fenomeno noto, soprattutto in ambito scolastico, come Effetto Pigmalione (o profezia che si autoavvera quando ci si aspetta da un individuo un certo tipo di comportamento).

Solo dopo aver agito con le proprie competenze in prima persona, e nel caso in cui gli interventi effettuati non abbiano risolto la difficoltà, a mio avviso, è il caso di intraprendere altre strade.

Non sono un’insegnante.
Ritengo però che fra i suoi compiti ci sia quello nobilissimo di educare, insieme e in maniera complementare rispetto alla famiglia, delle creature che sono in piena sbocciatura; stimolare potenzialità; non lasciarsi bloccare dalla paura interiore di non saper gestire situazioni di emergenza, in cui magari l’autorità della figura di insegnante viene minata, come quando qualche allievo ha difficoltà a seguire le regole, a stare seduto e fermo e rimanere attento per diverse ore, ecc..

Non sono un genitore.
Non accondiscenderei però di certo con molta facilità alla indicazione di somministrare psicofarmaci ad un figlio prima di essermi informata e avere effettuato approfonditi accertamenti.
Non sono neanche un’alunna di scuola.

Credo però che mi sentirei molto indifesa, spersa e sola se capissi di non essere per niente vista e considerata come essere umano che probabilmente soffre, ma la cui voce non ha il potere di essere ascoltata.

Sono un membro della comunità che si guarda intorno e sono anche una terapeuta che sa, perché ha assistito a cambiamenti a volte “magici” nelle persone, quanto naturale e grande sia la capacità di ogni essere umano di guarirsi, scegliendo la propria strada per farlo.
Ma quella strada non passa certo dall’uniformarsi a codici di comportamento predefiniti, uguali per tutti.
Passa dal sentire scorrere la vitalità, l’energia dentro di Sé, come esseri unici e non clonabili!


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(30/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

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