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Oggi, fortunatamente, una pratica diffusa permette alla mamma di abbracciare il bimbo appena nato. In effetti, essere espulsi violentemente dal proprio mondo ed obbligati dolorosamente ad imparare a respirare, perdere il contatto con il contenitore caldo e ristretto in cui eravamo raccolti per trovarci persi in uno spazio indefinito e freddo, non deve essere stato piacevole anche se, almeno a livello conscio, lo abbiamo dimenticato.
L’abbraccio della mamma, la sua presenza fisica confortata dal suo ritmo cardiaco così familiare, costituisce un nuovo patto, una nuova promessa d’amore, destinato a durare tutta la vita.
Quest’abbraccio è il primo massaggio che il neonato conosce. Ed è la conferma delle sensazioni che, indirettamente, percepiva durante il massaggio che riceveva la mamma e che, probabilmente, poteva associare ad un maggiore benessere del quale, certamente, beneficiava.
Si comprende, quindi, la raccomandazione rivolta alle neomamme di massaggiare i loro piccoli. Raccomandazione da estendere ai papà che, così, possono recuperare velocemente quei nove mesi di ritardo affettivo che hanno accumulato nei confronti delle loro compagne. La parte più importante del massaggio consiste proprio nel semplice e straordinario fatto di massaggiare il bambino; vale a dire, nel dedicare al piccolo un periodo di tempo di non fare, in pratica un periodo di tempo nel quale si sta con lui per esserci e non “per fare”.
Le manovre sono quelle che il bimbo chiede e che la mamma, certamente, sa donare (il papà, a sua volta, deve sapersi adeguare). Piccoli movimenti degli arti, sfioramenti, presenza tonica e rilassante nel caso di coliche che, quando la temperatura ambientale lo consente, possono essere effettuati a pelle nuda; ideale il momento dopo il bagnetto.
L’argomento, inevitabilmente, mi induce a considerare l’aspetto del cosmetico, nel mio caso, del cosmetico eubiotico. È noto, a chi conosce i cosmetici Sice, che le formule non contengono derivati del petrolio (petrolatum, mineral oil, ozocherite, microcristallin wax, paraffine…), come pure non sono contenuti il sodium laureth e il sodium lauryl solfato tra i tensioattivi, ovvero tra gli emulsionanti ed i detergenti.
Questi ingredienti, pur essendo a tutt’oggi assolutamente legittimi, da qualche tempo, per diversi motivi, sono stati ritenuti irritanti e sensibilizzanti, capaci quindi di produrre alterazioni dell’integrità della cute e delle sue funzioni. L’uso costante, secondo alcuni, potrebbe produrre invecchiamento precoce della pelle se non, addirittura, patologie degenerative. L’estetica eubiotica si limita ad affermare che si tratta di sostanze non biocompatibili, di conseguenza non le utilizza.
Ciò detto, appare in ogni caso sorprendente che, se pure le ipotesi citate fossero solo, appunto, ipotesi, spesso alcune delle sostanze in questione compaiono ancora tra gli ingredienti dei cosmetici per bambini e per neonati. Il detergente che la cosmesi eubiotica propone per il neonato è quello stesso che propone per l’adulto, l’Emulsione Detergente, che è assolutamente privo dei tensioattivi laureth e lauryl solfati e dei petrolati. Nel bagnetto del nostro piccino, dunque, sciogliamo un cucchiaio scarso d’emulsione detergente e lasciamolo tranquillo a godere l’acqua. Se ha già parecchi capelli possiamo utilizzare, contemporaneamente, una punta di Shampoo Emolliente dotato degli stessi elementi di sicurezza. Dopo il bagno, carezziamolo (massaggiamolo), con un velo di Fluido dopo bagno.
Le piccole emergenze. Classico il rossore del sederino: prima che si arrivi alle temute scottature, applichiamo sulla pelle pulita un velo di Cremplus Ortodermica che, anche in questa funzione, conferma la sua capacità di proteggere e lenire. Ai primi segnali di crosta lattea, affrontiamola con un tamponcino di cotone imbevuto nella Sinergia Equilibrante, anche diluita al momento in acqua tiepida, che ammorbisce le concrezioni, rimuovendole senza irritare la cute sottostante.
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