Il Tempo come argomento d’apertura di un progetto il cui fine è quello di approfondire la ricerca sul mistero “uomo”. Tempo, quindi, inteso come principio iniziale, il Ritmo che suscita il “fare” o “Grande scultore”, come lo chiama Marguerite Yourcenar, la cui essenza è la moltitudine di istanti attraverso cui l’essere umano prende forma, diviene, si evolve, muore e ritorna.
Vogliamo proporre un viaggio attraverso le idee, la ricerca, l’arte, la poesia, la letteratura, la filosofia nell’istante in cui si sono fatte incantare dal fascino di questa enigmatica entità, la cui origine è avvolta da un indovinello eterno quanto vizioso: il mondo è del tempo o il tempo è del mondo?
Per parlare dell’uomo, quindi, iniziamo col parlare del flusso che lo percorre costantemente e che Platone definisce “immagine mobile dell’eternità”, nato insieme al Cielo, incarnato in passato, presente e futuro e che con il Cielo si estinguerà, se mai questo dovesse accadere.
Il Tempo, quindi, come principio totale, eterno, il cui divenire incessante è espressione di un unico respiro, quello presente e che diventa, in Sant’Agostino, estensione dell’anima.
Fuori e dentro l’uomo, il tempo scandisce le tappe della sua esistenza, ma l’uomo, nella sua “divinità”, può stabilirne la qualità e la durata. E’ anche Borges a parlarne ne Il miracolo segreto, in cui un condannato percepisce l’istante che separa lo sparo e l’arrivo della pallottola come un intero anno, in cui ha di nuovo la possibilità di terminare il dramma da lui composto rimasto incompiuto.
Si parla di un paesaggio interiore, in cui noi, esseri umani, possiamo essere i governatori assoluti: il nostro tempo, espressione vitale non separabile dalla nostra stessa essenza.
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