Mangiare vegetariano non ha niente a che fare né con il benessere fisico né con i gusti della persona: è una scelta etica, una decisione radicale, una presa di posizione ideologica.
Chi non mangia carne ma mangia pesce, chiariamo una volta per tutte questo malinteso, non è vegetariano: quest’ultimo non mangia nessun alimento che provenga dall’uccisione, spesso brutale, di un essere vivente. I vegani, invece, sono coloro che non si nutrono neppure di alimenti derivati dall’allevamento, anch’esso non sempre felice, del bestiame (uova, formaggi, latte, ecc.) e dal mondo animale in genere.
Non mangiare carne appunto non è legata ad una scelta salutista – perché, come si sa, il pesce ha grandi proprietà nutrizionali – bensì alla volontà di non vivere “a scapito” di altre vite.
Nella tradizione indiana il cibo è energia che non va sprecata, non bisognerebbe mettersi nel piatto più di quanto sia necessario – e questa buona norma contribuirebbe in maniera decisiva a diminuire quello squilibrio tra i consumi dei paesi industrializzati e quelli del Terzo Mondo.
Per un principio simile, animali uccisi con metodi violenti e dopo allevamenti strazianti perdono perfino taluni dei loro valori nutrizionali; ma, appunto, non è per questo che sarebbe buono non mangiare gli animali.
Se l’uomo potesse proiettarsi in uno stato dove la sopravvivenza tra lui e l’animale fosse una lotta paritetica, mangiare carne rientrerebbe in una catena alimentare che comprende tutti gli esseri viventi. La lotta tra uomo e il resto del mondo animale, però, è impari e le disparità tra noi e gli altri riguardano i nostri metodi di “caccia” che sono violenti e di massa, nel senso che non vengono uccisi i capi di cui effettivamente la popolazione ha bisogno ma un numero di massima che poi verrà confezionato in vaschette e non tutte finiranno sulla tavola delle persone.
Che fine faranno gli animali macellati e non consumati? Questo è l’emblema dei nostri sprechi, di energia tolta ad un essere vivente senza che questa venga poi impiegata da un altro. Se l’uomo mangiasse ciò di cui ha bisogno allevando il bestiame libero da gabbie, luci artificiali, sistemi di macellazione di massa, non ci sarebbe da obiettare alla scelta di mangiare carne. Porsi il problema del prezzo – non in termini economici – che noi decidiamo di pagare pur di mangiare carne appartiene la sfera etica e nessun altra; non affronteremo qui l’esistenza di alimenti sostitutivi alle proteine di carne e pesce perché la scelta, profonda e sentita, di essere vegetariani non ha nessuna attinenza con i principi nutrizionali e la piramide alimentare che tutti i dietisti ci propongono.
Conoscere cosa mangi è benessere
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