La giornata si presenta subito estremamente bella, il sole sorge sulle acque del lago Batang Ai illuminandolo con i suoi riflessi dorati. La barca ci attende per accompagnarci a visitare gli Iban, una popolazione nativa che abita nella giungla del Borneo, che vive e conserva le proprie tradizioni riuscendo, almeno fino ad oggi, a sottrarsi alla morsa famelica della globalizzazione.
Ogni collettività di Iban vive in un'unica costruzione in legno, una longhouse (casa lunga), che deve questo nome proprio al fatto di essere un edificio estremamente lungo all'interno del quale si affacciano una serie di stanze ed appartamenti, ognuno abitato da una delle famiglie che costituiscono la collettività. Nel nostro caso, la longhouse ospita ventinove gruppi familiari.
Appena arriviamo, andiamo a salutare e rendere omaggio al capo del villaggio, che ci accoglie individualmente e ci invita a sedere tutti quanti in cerchio nella metà longitudinale della longhouse che costituisce un ambiente comune per tutta la collettività, utilizzato anche per i momenti sociali oltre che per le cerimonie sacre.
È un'esperienza di condivisione e comunicazione estremamente intensa: assistiamo a danze tradizionali, veniamo invitati a brindare con un vino ricavato dal riso con una modalità che prevede come prima cosa un omaggio allo Spirito, l'invito alla discesa dello Spirito tra i presenti, e quindi la richiesta allo Spirito stesso di esaudire ed accondiscendere ai desideri più profondi di ognuno dei partecipanti. Il tempo sembra volare, in questo spazio posto al di là di qualunque collocazione geografica e culturale conosciuta.
Quando si concludono le danze, assistiamo ad un'altra cerimonia estremamente significativa: abbiamo portato dei doni, e dalle porte di ogni stanza compaiono bambini con dei cesti che dispongono in un’atmosfera estremamente festosa in fila, quindi il capo villaggio, con alcuni aiutanti, distribuisce in maniera assolutamente equa i doni tra tutte le famiglie: i dolci, le sigarette, la penne, ogni altra cosa, viene disposta in parti rigorosamente uguali in ognuno di questi cesti.
Già altre volte, parlando di Reiki, raccontando mie esperienze con i Q’eros sulle Ande, ho avuto occasione di soffermarmi sul significato e sull'importanza tradizionale dello scambio energetico nelle culture più antiche e spesso connesse con radici matriarcali.
Tra gli Iban tutto questo è presente in maniera felice, gioiosa, come espressione diretta e immediata di un cuore allegro e dello spirito che viene personificato dall'anziano che al tempo stesso è lo sciamano ed il giullare: gioca, scherza, si prende gioco di tutti, compresi noi, mantenendo l'energia estremamente alta ed armoniosa.
E’ nel vedere l'armonia presente tra i singoli gruppi familiari, estremamente attenti non tanto a non ricevere di meno quanto soprattutto a non ricevere di più rispetto agli altri in modo che tutto sia assolutamente suddiviso armoniosamente, nel cogliere fino in fondo la chiusura armoniosa del cerchio tra noi ospiti, che abbiamo ricevuto sacralità, accoglienza, danze, portando al tempo stesso cibo e strumenti, che si sperimenta l'assoluta armonia nel concetto di scambio.
Rimando chi è interessato ad approfondire questo concetto agli altri articoli comparsi in precedenza sull’ argomento, nei quali il tema viene affrontato anche da un punto di vista più razionale, più vicino all'emisfero sinistro, logico del cervello.
Qui, tra gli Iban, è veramente soltanto la Natura, il Cuore, lo Spirito ad esprimersi in questo fluire che fa del dare e del ricevere, nello scambio, il presupposto dei rapporti sociali e interpersonali.
Non a caso, si tocca con mano quanto qui l'avidità sia del tutto inesistente e non trovi nemmeno posto in quanto ognuno ha tutto quello che gli serve, tutto quello che veramente vuole, e nel pieno rispetto della propria individualità e della propria privacy è comunque parte di un contesto più ampio e più vasto che lo comprende e lo abbraccia.
Per informazioni sui seminari consultare il sito www.sciamanesimo.eu, scrivere a segreteria@sciamanesimo.eu o telefonare al 069032785 o al 3387255800.
Foto di Maria Rosa Greco
Non aver paura di crescere è benessere
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