Il mio viaggio di ricerca, che caratterizza tutta la mia vita, mi ha portato in questo periodo in Malesia, luogo in cui la Natura ancora riesce a esprimersi e parlare con voce più alta di quella della globalizzazione umana, e “qualcosa” mi dice che e’ un’occasione per fermare spunti e riflessioni da condividere e di farlo subito, non al rientro, in modo che sia la stessa personalità che vive le esperienze a condividerle invece di farlo spinto dall’onda del ricordo di qualcosa che non esiste ormai se non nel passato.
Durante il mio viaggio in Malesia, infatti, mi sto confrontando ancora una volta con le similitudini che esistono tra i viaggi che una persona può compiere nel corso della sua esistenza ed il viaggio che lo Spirito compie a partire dal momento in cui prende possesso del corpo fisico, con la nascita, fino a quando lo abbandona con la morte fisica.
In entrambi i casi, si tratta di opportunità per fare esperienza: ma, spesso, troppo spesso, ci si attacca a tale esperienza al punto da volerla “possedere”, e portare con sé anche dopo la conclusione del viaggio stesso.
Per esempio, acquistando oggetti, souvenir (“ricordi”…), scattando foto, facendo filmati con l'illusione che poi rivedendoli ci si possa riconnettere ad un qualcosa che ormai è comunque passato e perso per sempre.
In ogni mio viaggio la mente mi ha riportato a cadere in questa illusione: acquistando un oggetto prodotto dall'artigianato nel Borneo, proprio oggi, ho riscoperto la tendenza a pensare che in questo modo quello che sto vivendo ritornerà grazie all'oggetto stesso.
Qualcosa di analogo avviene nella vita quotidiana, in quel viaggio che propone un'infinita ricchezza di esperienze: quante volte l'attaccamento porta a illudersi di poter trattenere indefinitamente un'esperienza ormai vissuta e che come tale di sicuro non tornerà mai uguale a se stessa...
Questo i buddisti lo esprimono in maniera estremamente chiara con il concetto di impermanenza: per esempio, quando nel Kalachakra costruiscono il loro Mandala di sabbia, una vera e propria opera d'arte creata deponendo con pazienza un granello di sabbia colorata dopo l'altro fino a comporre un quadro molto grande che rappresenta il castello della spiritualità, poco dopo la conclusione esso viene smontato, dissolto con delle spazzole: la sabbia ormai “informe” viene quindi raccolta ed affidata al fiume, od al mare, portando con sé il proprio contenuto energetico di guarigione per la zona circostante: l’esperienza dei monaci si trasforma in qualche cosa di diverso, anche se altrettanto (e forse molto più) importante, e che nasce proprio dal non attaccamento all’opera compiuta.
Quindi, non è il risultato esteriore dell'opera che conta, ma il fatto stesso di averla creata e poi trasformata.
La stessa cosa avviene in ogni viaggio, in questi miei giorni in Malesia, in questi miei giorni ed anni in questo corpo fisico: al di là di quello che la mente mi racconta, non sono i risultati delle mie azioni ad essere importanti quanto piuttosto l'esperienza di averle vissute.
E so che quando ritornerò da questo viaggio la sola cosa Reale che porterò con me sarà il mutamento, la crescita, la trasformazione che quello che sto vivendo innesca in me al di là del ricordo dei singoli episodi. La stessa cosa avviene nel quotidiano, in ogni esperienza vissuta nel lavoro, in una vacanza, nella vita sentimentale, e così via.
Per questo, per esempio, considero del tutto superfluo il cercare spiegazione di ciò che si e’ in base a esperienze legate a vite precedenti o successive a quella che si sta vivendo. Al di là del fatto che la reincarnazione possa esistere o meno, comunque, per il corpo e la mente, per la personalità che sta vivendo l'attuale esistenza terrena, essa è l'unica ad avere realmente importanza, e l'unica cosa che da essa si potrà trarre è l'esperienza di crescita e di trasformazione che in essa si e’ realizzata.
Per informazioni sui seminari consultare il sito www.sciamanesimo.eu, scrivere a segreteria@sciamanesimo.eu o telefonare al 069032785 o al 3387255800.
Foto di Maria Rosa Greco
Non aver paura di crescere è benessere
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