Il progetto Pascua Lama, promosso dalla società canadese Barrick Gold, leader nelle estrazioni minerarie, mira a costruire il più grande bacino di scavo dell’America Latina, posto nelle Ande cilene e argentine, precisamente presso la Huasco Valley, a sud del deserto dell’Atacama, per il versante cileno, e presso la Riserva della Biosfera di San Guillermo, area protetta dall'UNESCO, sul versante argentino. Su queste montagne, alte circa 4500 metri, vivono tra l’altro popolazioni rurali per un totale di circa 70.000 persone, ed il popolo indigeno dei Diaguita, riconosciuto dal governo cileno.
L’area è caratterizzata dalla presenza di 4 grandi ghiacciai (Toro 1, Toro 2, Esperanza e Guanaco). L’estrazione di oro, argento e rame distruggerebbe l’intera valle e causerebbe danni incalcolabili a livello di equilibrio idrico su vasta scala, oltre che l’inquinamento delle acque con i prodotti di scarto delle estrazioni (acido solforico, mercurio e cianuro). Un recente studio dell’Economic, Social and Cultural Rights Program dell’Università Diego Portales, ha dimostrato che il progetto, influendo su una massa di ghiaccio tra i 300.000 e gli 800.000 metri cubi, avrebbe effetti “devastanti”sulla comunità, impedendo il futuro sfruttamento delle acque dei fiumi limitrofi sia da parte dell’uomo che degli animali. Nicolás Espero, che ha diretto lo studio, afferma che purtroppo la Costituzione non tutela le acque imprigionate nei ghiacciai, per cui la Barrick non sta violando leggi evidenti sull’inquinamento delle acque.
Tra l’altro, sebbene ricca di acqua (ma sotto forma di ghiacci), la regione interessata dal progetto è semi-arida. Affinché le operazioni di estrazione dei minerali possano avere luogo, saranno necessari circa 370 litri al secondo d’acqua, che verrà prelevata dal vicino Río de Las Taguas, in Argentina, andando così minare ulteriormente l’equilibrio anche delle regioni circostanti, e aggravando il problema dell’aridità.
|
|