Il termine sexsomnia (in italiano sessuosonnia o sessosonnia) è oggi alla base di intensi dibattiti scientifici sorti in seguito alla scoperta di alcuni ricercatori della Standford University in California che hanno reso noti i risultati di una ricerca sui vari atti sessuali nel sonno. Negli ultimi anni, infatti, sono state descritte, in persone in apparente stato di sonno, varie forme di attività erotica fino a rapporti sessuali veri e propri. Il sonnambulismo sessuale consiste nel tentare atti sessuali verso il proprio partner o anche verso se stessi mentre si è addormentati. Ciò che ha insospettito gli scienziati è il fatto che questi particolari sonnambuli, al mattino, non ricordano proprio nulla della loro attività notturna.
Secondo i risultati di una ricerca pubblicata dalla rivista New Scientist i disturbi del sonno colpiscono in generale circa il 4% della popolazione e dalle prime ricerche la sexsomnia sembra affliggere l’1%, maggiormente gli uomini con meno di 35 anni. La causa scatenante di questo problema è dovuta secondo gli studiosi a due ordini di fattori; disturbi del sonno e problemi di natura emotiva.
L’utilizzo di droghe, lo stress e la mancanza di un buon riposo notturno sono fattori che possono favorire l’avvento di tali fenomeni, causando gravi disordini mentali e psichici. Spesso, gli atti sessuali dei sonnambuli sfociano nella violenza e nell’aggressività nei confronti del partner. Non meravigliano, infatti, le accese polemiche che sono sorte quest’estate a seguito della pubblicazione, su un’autorevole rivista di medicina, di un articolo di Ebrahim del London Sleep Center, in cui si cita il caso giudiziario di un imputato assolto da tre accuse di stupro sulla base della diagnosi di “automatismo dovuto a comportamento sessuale sonnambulistico”.
La rivista britannica New Scientist riporta le testimonianze di pazienti afflitti da questa nuova sindrome del sonno. “E’ davvero una seccatura che non posso controllare, mi imbarazza moltissimo”, ha dichiarato Lisa Mahoney, una malata alla rivista britannica. “Mi spaventa perché non penso che abbia niente a che fare con il partner. Non voglio che questa condizione ci danneggi nel lungo periodo.”
Al momento per la sexsomnia non c’e cura. L’unico rimedio sembra essere quello di una terapia psicologica da compiersi con medici specializzati nei disturbi del sonno e del sonnambulismo. Micheal Mangan, psicologo all’Università del New Hampshire negli Usa ha realizzato un sito per aiutare chi ne soffre. Intanto gli studiosi svolgono ricerche nel tentativo di ipotizzare al più presto una diagnosi plausibile.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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