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CRESCERE DIETRO LE SBARRE
COLPEVOLI DI ESSERE FIGLI DI DETENUTE

I ventidue scatti di Giuseppe Aliprandi – “Sabati di libertà”,
in mostra al Tito Livio di Padova fino al 17 marzo racchiudono istanti di intensa umanità vissuti dai bambini delle mamme detenute.

Annalisa Martinelli

Una realtà di disagio e sofferenza, circondati dalle solite squallide mura, dove le “ore d’aria” sono poche al giorno, dove tutte le finestre hanno le sbarre, le porte sono sempre chiuse. In questa situazione sono costretti a vivere i bambini delle mamme detenute in Italia. Vivono in carcere, scontando colpe non commesse, accanto alle madri fino al compimento del terzo anno d’età, successivamente affidati a sconosciuti o, nel migliore dei casi, a qualche parente.

Una vita spezzata proprio nella fase formativa più importante e delicata. Da un lato questa legge italiana n. 663 del 1986 (legge Gozzini), ha voluto salvaguardare il diritto alla maternità, attraverso un difficile compromesso per la libertà dei bambini, però è necessario rendersi conto del danno psicologico che tutto ciò comporta.

Come spiegare loro che questa non è la dimensione della vita reale, che ad una certa ora devono rimanere chiusi dentro… che non sono colpevoli? Quali danni arrecano su di loro i ritmi della detenzione?

Sono necessarie strutture alternative, più consone alle esigenze dei bambini, senza con questo sminuire il senso della pena inflitta a chi commette reato. Per lo più sono giovani donne straniere, quelle che popolano le anguste celle delle carceri femminili di Rebibbia e della Giudecca, condannate per furto o reati minori, che non sono tutelate da nessuno e spesso sono abbandonate, dai compagni o mariti, al loro destino. Attualmente, dopo l’indulto, la presenza di bambini al di sotto dei tre anni si è ridotta ad una cinquantina.

“L’essere umano, per fortuna, trova sempre risorse inaspettate dentro di sé – ha commentato Giuseppe Aliprandi – fotografare questi bambini che stanno vivendo una situazione ingiusta, in una convivenza forzata e difficile, è stata un’esperienza incredibile; sono riusciti comunque a creare uno spirito di comunità, li ho trovati abbastanza aperti.” Ed ha concluso: “Un paese che tiene i bambini in carcere non è degno di definirsi tale.”

Il progetto “Bambini e madri nelle carceri italiane” nasce dall’incontro e la collaborazione tra Giuseppe Aliprandi ed i volontari dell’associazione “A Roma, insieme”, che da 12 anni s’impegnano a “liberare” i bambini ogni sabato dell’anno, per una giornata diversa di libertà nei parchi, in campagna o al mare, secondo la stagione, per consentire loro di spaziare con lo sguardo.



“Giuseppe Aliprandi. Sabati di libertà”
Mostra promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia e il Liceo Classico “Tito Livio”.
a cura di Enrico Gusella.
Direzione della mostra: Alessandra De Lucia.

Padova, Aula Magna del Liceo “Tito Livio” (Riviera Tito Livio, 9)
17 febbraio – 17 marzo 2007
Orario: da lunedì a venerdì 09.00/17.00; sabato 09.00/13.00
Chiuso la domenica.
Info: Segreteria Liceo Tito Livio 049 8757324 – 049 8752095

Sabato 3 marzo 2007: convegno sul tema madri e bambini, ore 10.00, aula Magna Liceo Classico Tito Livio


(21/02/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

  
  
 
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