Inoltre il panorama fiscale per gli agricoltori è adesso molto vantaggioso: gli agricoltori godono di un regime fiscale che gode di grosse agevolazioni per l’energia prodotta da biomasse ed energia fotovoltaica grazie alla Finanziaria 2007.
Secondo Legambiente gli impianti a biomassa nei Comuni italiani forniscono ad oggi un contributo pari a 1.981 Gw/h, una produzione che equivale al fabbisogno di 660.333 famiglie. Sono comunque importanti le prospettive di impianti di piccola e media dimensione capaci di utilizzare biomasse locali e recuperare calore per il teleriscaldamento.
Una buona pratica da mettere in luce è quella del comune di Bondeno (Fe) dove è prevista l’installazione del più grande e innovativo impianto di bioenergie di tutta Europa. Sarà realizzato dalla Shmack biogas e sarà in grado con la produzione di 32 Mw di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 20mila abitanti.
Quello di Bondeno non è l’unico impianto in cantiere nell’alta Italia, dove si assiste ad una profonda riorganizzazione delle aziende del comparto saccarifero, che a causa di un drastico ridimensionamento del settore, si riconvertono nella filiera dell’energia.
A Finale Emilia (Mo) sarà realizzato un impianto per la produzione di energia elettrica da biomasse della capacità di 18,5 Mw, e una superficie agricola interessata a produzioni dedicate di circa 2.500 ettari.
A Ostellato (Fe) è previsto uno stabilimento analogo, a Russi (ra) un impianto di maggiore potenza (30 Mw) con l’impiego di 25 dipendenti e 56 addetti a 7 ettari di serre, da costruire ih collegamento con l’impianto stesso che fornirà la necessaria energia termica, mentre 60 addetti rimarranno addetti al reparto di confezionamento dello zucchero che resterà attivo. Su Ravenna ricadrà invece la realizzazione di un impianto per la produzione di biodiesel o di una centrale termoelettrica a biomassa dalla riconversione dello zuccherificio di Forlimpopoli (Fc). Mentre per gli impianti del comprensorio di Pontelagoscuro e San Pietro in Casale la riconversione sarà realizzata tramite l’installazione di un impianto di produzione di etanolo e una centrale a biomasse a Ferrara.
Impianti a biomassa nei comuni italiani (fonte Legambiente)
Comune Pr MW Comune Pr MW
1 Strongoli Kr 40 22 Rossano Calabro Cs 4,2
2 Crotone Kr 20,5 23 Castiraga Vidargo Lo 3,6
3 Ospitale di cadore Bl 20 24 Lomello Pv 3,6
4 Bambo d’Argenta Fe 20 25 Vercelli Vc 3,5
5 Brunico Bz 20 26 Faenza Ra 3,2
6 Tirano So 20 27 Padova Pd 3,2
7 Cutro Kr 16,5 28 Manzano Ud 2,5
8 Pozzilli Is 14 29 Masone Ge 1,4
9 Termoli Cb 13,8 30 Peccioli Pi 1,24
10 Airasca To 13,5 31 Legfnano Mi 1
11 Rende Cs 12 32 Rossiglione Ge 1
12 Cavalese Tn 9 33 Campoligure Ge 0,6
13 Rocca bruna Cn 9 34 Camporgiano Lu 0,54
14 Varese Va 7 35 Piacenza Pc 0,51
15 Pavia Pv 6,7 36 Fagnano olona Va 0,5
16 Crova Vc 6,7 37 Grumes Tn 0,47
17 Mantova Mn 6 38 San Giovanni al Natisone Ud 0,4
18 Castellavazzo Bl 5,5 39 Torino To 0,02
19 Verzuolo Cn 5,5 40 Ravascletto Ud 0,004
20 Valle lomellina Pv 5 41 Poggio Berni Rn 0,001
21 Gatteo Fo 4,9
In Europa
All’avanguardia nello sfruttamento delle biomasse come fonte energetica, sono i Paesi del centro-nord Europa, che hanno installato grossi impianti di cogenerazione e teleriscaldamento alimentati a biomasse. La Francia, che ha la più vasta superficie agricola in Europa, punta molto anche sulla produzione di biodiesel ed etanolo, per il cui impiego come combustibile ha adottato una politica di completa defiscalizzazione.
La Gran Bretagna invece, ha sviluppato una produzione trascurabile di biocombustibili, ritenuti allo stato attuale antieconomici, e si è dedicata in particolare allo sviluppo di un vasto ed efficiente sistema di recupero del biogas dalle discariche, sia per usi termici che elettrici. La Svezia e l’Austria, che contano su una lunga tradizione di utilizzo della legna da ardere, hanno continuato ad incrementare tale impiego sia per riscaldamento che per teleriscaldamento, dando grande impulso alle piantagioni di bosco ceduo (salice, pioppo) che hanno rese 3 - 4 volte superiori alla media come fornitura di materia prima.
L’Italia, nonostante l’elevato potenziale di cui dispone, risulta ancora fanalino di coda.
*Il BEN è una pubblicazione annuale, sulla quale si basano molti studi del settore energetico. Viene realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico mediante la rilevazione dei dati delle produzioni interne, del settore petrolifero e del settore del carbone, e mediante la rilevazione di energia elettrica e gas naturale da parte degli altri operatori che aderiscono al circuito statistico nazionale.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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