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CURIAMO LA VISTA. PRIMA DI TUTTO IN UFFICIO
Le ore passate al videoterminale sono la causa di un insieme di problemi alla vista definiti come Office Eye Syndrome: scopriamo cosa fare per evitarla.

Miriam Giudici

Ore e ore in ufficio, seduti a fissare il monitor di un computer: chi non ha mai provato a tornare a casa, talvolta, con gli occhi irritati e un mal di testa galoppante? Questa condizione molto comune fra chi lavora in ufficio ha un nome: Office Eye Syndrome. E non va sottovalutata, perché alcuni problemi possono cronicizzarsi mettendo in pericolo la salute dei nostri occhi, specie se già sono presenti difetti come miopia, astigmatismo o ipermetropia.

La Office Eye Syndrome si presenta con quelli che alcuni considerano piccoli fastidi, in realtà sintomi che possono aggravarsi fino a peggiorare sensibilmente la qualità della vita e a compromettere il rendimento lavorativo: a livello dell'organo direttamente coinvolto, gli occhi, si tratta di bruciori, annebbiamenti visivi, difficoltà di lettura e di focalizzazione, lacrimazione, pesantezza. Un'altra conseguenza degli sforzi a cui i nostri occhi sono costretti per le lunghe ore davanti al pc sono le cefalee, più o meno pesanti.

Come possiamo agire sul nostro ambiente di lavoro per limitare i danni? Quali comportamenti possiamo mettere in atto per dare tregua alla nostra vista affaticata, nell'impossibilità di abbandonare definitivamente il monitor? Ce lo spiega il Dott. Gennaro Tramontano, oculista e specialista in microchirurgia oculare, membro della SOI – Società Italiana di Oftalmologia.

Per prima cosa, curare l'illuminazione della postazione di lavoro: non devono esserci sorgenti di luce nel campo visivo dell'operatore, così come non devono esserci riflessi sul monitor, sia che si tratti di luce artificiale che di luce naturale. Quando necessario, si dovrebbe cercare di usare schermature e tendaggi per raggiungere un'illuminazione ottimale.
Un altro aspetto da considerare è la luminosità del monitor stesso, che va regolata insieme al contrasto, alla definizione e alla grandezza dei caratteri, che devono essere chiaramente leggibili.
La distanza ottimale degli occhi dal monitor è di 70 centimetri: in ogni caso, mai minore di 50 centimetri e mai superiore a 90. La tastiera invece dovrebbe essere a 45 centimetri dagli occhi, e il piano di lettura dovrebbe essere collocato al di sopra dello schermo, a una distanza di 40 centimetri.
Insieme a tutto questo, curare la postura, mantenendo la schiena eretta e le braccia perpendicolari al corpo.

Dopo questi suggerimenti, passiamo ai piccoli trucchi che possono aiutarci a defatigare i nostri bulbi oculari. Il primo e più ovvio è: prendersi delle pause (ricordiamo che è diritto di ogni lavoratore avere una pausa dopo un certo numero di ore di lavoro, a seconda del proprio contratto). Poi può essere utile fare degli esercizi di focalizzazione: ogni 15-20 minuti staccare gli occhi dallo schermo e provare a fissare, per almeno 10 secondi, degli oggetti posti a due o tre metri di distanza da noi. Ricordarsi anche di sbattere spesso le palpebre, perché al videoterminale la frequenza di ammiccamento si abbassa di circa cinque volte, e i nostri occhi ne risentono. I portatori di lenti a contatto, in particolare, dovrebbero fare uso due o tre volte al giorno di lacrime artificiali, a base di acido ialuronico allo 0,2%.

Infine, curare la salute degli occhi con frequenti esami oculistici: si potrebbero scoprire difetti mai diagnosticati che richiedono l'uso di lenti correttive, da portare sempre quando si sta davanti al videoterminale.
La vista è uno dei nostri beni più preziosi, e i problemi ad essa collegati si ripercuotono su tutta la nostra vita: curiamola in ogni momento, anche in ufficio!


(02/02/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura del proprio corpo è benessere

  
  
 
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