Si dice che dopo la fiamma della passione – il sentimento che per sua stessa etimologia “si subisce” – l’amore matrimoniale si trasforma in tenero affetto, manifestandosi in aiuto reciproco, sostegno nelle difficoltà della vita. Ebbene questa trasformazione può accadere o non accadere e forse è giusto che quando ciò non avvenga i due amanti si lascino, senza rancore, accettando che la vita stia separando le loro strade così come un tempo le aveva avvicinate.
Invece il matrimonio costringe i coniugi a restare insieme, finché gli animi si inaspriscono, finché coloro che si erano amati non arrivano a detestarsi, a odiarsi, a desiderare la rovina l’uno dell’altro. E sono scene che si vedono ogni giorno in tribunale, mariti e mogli che si rinfacciano ogni meschinità, litigano per ogni centesimo, usano i figli come arma di ricatto, si insultano senza ritegno.
L’indipendenza economica ha reso le donne libere ed esse non sono più disposte a sopportare la convivenza con uomini che non amano più; l’educazione all’indipendenza domestica ha reso gli uomini liberi dal bisogno di una moglie-serva.
Unirsi per amore, essere liberi di lasciarsi in qualunque momento se non ci si ami più. Senza firme, senza contratti, senza altari o tribunali. Non tutti ci sono arrivati, ma i dati su quanto avviene nella nostra società ci dice che, anche se a diversi livelli di consapevolezza, questa è la direzione verso la quale ci muoviamo. Questo è il nostro sogno per domani.
Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere
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