HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
Lavoro 

 
Pagina 1 di 2
IL MUSEOLOGO....QUESTO LAVORO SCONOSCIUTO (IN ITALIA)
Tra i tanti lavori di cui in Italia si sente parlare molto poco e, invece, di cui ci sarebbe molto bisogno, c’è quello del museologo. Vediamo, in questa prima parte, cosa significa lavorare come museologo e quale è la situazione attuale del “lavoro” dei musei in Italia.

Claudia Pecoraro

L’Italia è il paese che detiene il maggiore patrimonio culturale del mondo (dati UNESCO) tanto che la nostra Costituzione è una delle poche a prevedere tra i “principi fondamentali” e tra i compiti della Repubblica (art. 9) la tutela del “patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Il patrimonio museale italiano costituisce una presenza capillare nel nostro territorio, ricchissima per quantità e varietà, e il museo ha in Italia una tradizione secolare di tutto rispetto: al 1500 risalgono i maggiori musei (vedi Uffizi); qualche esempio risale addirittura alla fine del 1400 (primo nucleo dei Musei Capitolini).

Eppure, qui sta il paradosso, in Italia (ultima ruota del carro, come spesso accade) la figura professionale del museologo non è riconosciuta, mentre in tutto il resto dell’Europa – e degli altri continenti che spesso hanno una realtà museale molto meno sostanziale della nostra – è una professione affermata da decenni.

Ma a cosa serve un museologo in museo? - si chiederà la maggior parte di voi, che probabilmente sentite nominare per la prima volta questa professione... A cosa serve un museo? – rispondo io. Questa domanda è fondamentale per capirci meglio.

Secondo la definizione dell’ICOM (International Council of Museums) “Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico e che compie ricerche riguardanti le testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente naturale, le raccoglie, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, educazione e diletto.

Conservare, studiare ed esporre, dunque, sono da considerarsi i tre compiti o lavori fondamentali che deve svolgere un museo: la conservazione di ciò che si espone è il presupposto fondamentale, naturalmente, da cui non si può prescindere e se ne occupano conservatori, tecnici e restauratori; lo studio e la ricerca, che vanno sempre promossi all’interno di un museo - che annoveri, auspicabilmente, tra le sue funzioni, quella di laboratorio attivo - sono affidati agli esperti della materia. Sul terzo punto, “esporre”, ci dobbiamo soffermare.

Con “esporre gli oggetti” noi non intendiamo soltanto “mettere in vetrina” ma “trasmettere cultura”. Trasmettere cultura vuol dire trasmettere conoscenze, valori, in un particolare contesto e con particolari modalità, e il fondamento di tale trasmissione è la comunicazione (si sente dire spesso che il museo non comunica).

L’opinione comune riguardo ai musei è quella di “torri d’avorio” della pura contemplazione, di luoghi dove regnano intellettualismi ed elitarismi, dove, per intenderci, si fatica a decifrare le spiegazioni dei cartellini che accompagnano i pezzi in mostra, da dove si esce con noia e con la schiena un po’ a pezzi per esser stati in piedi per ore, con la sensazione di non aver appreso nulla e talvolta persino con un complesso di inferiorità.

Questo accade perché gli oggetti da esporre al pubblico vengono scelti dagli esperti del settore (vedi, nei musei archeologici, le interminabili file di anfore, vasetti e terrecotte, ciascuna leggermente differente dalla precedente, utili solo agli studiosi), i quali ne scrivono anche i testi esplicativi come se li dovessero pubblicare in trattati scientifici, in cui i tecnicismi abbondano e non ci si chiede se per caso il visitatore possa non conoscere il significato di “crepidoma”, “orlo trilobato” o “zoomachia”.


  
1 | 2
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo