In realtà, il primo studioso a parlare di una Sesta Estinzione fu Edward O. Wilson, famoso biologo di Harvard. Egli ritiene che l’estinzione abbia avuto inizio quando Homo sapiens cominciò a diffondersi dal continente africano verso gli altri continenti, circa 15.000 anni fa (Pleistocene).
L’uomo, forte della scoperta del fuoco, che lo scaldava e proteggeva durante la notte, e della possibilità di utilizzare utensili per costruire armi e quant’altro, ha avuto più di altre specie delle stesse dimensioni la possibilità di accrescere la propria popolazione. Quando ha iniziato a spostarsi dall’Africa, le necessità alimentari lo hanno spinto ad esercitare una pressione di caccia più forte di quanto la natura potesse sostenere.
Scomparvero in brevissimo tempo i grandi mammiferi non africani: Mammuth, Mastodonti, Tigri dai denti a sciabola, Bradipi di terra da tre tonnellate, il Moa della Nuova Zelanda e tanti altri. In Europa scompaiono Elefanti, Rinoceronti, Ippopotami, Leoni, Iene. In Africa, dove si ritiene che gli ominidi abbiano avuto origine, gli animali hanno avuto la possibilità di evolversi contemporaneamente ad essi, e quindi hanno sviluppato le difese necessarie.
Un’altra fase, più drammatica, della Sesta Estinzione, ha inizio con l’invenzione dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa, pratica che rende necessaria la conversione di interi ecosistemi in campi coltivabili. Quindi via alla distruzione delle foreste, alla canalizzazione dei fiumi, alla caccia contro gli animali ritenuti nocivi.
L’agricoltura ha permesso all’uomo si aumentare la propria popolazione a dismisura, aldilà della capacità dell’ambiente di sostenerlo, poiché in caso di necessità bastava che egli modificasse l’ambiente. L’uomo è l’unico animale che opera trasformazioni così rapide a livello di ecosistemi (a parte i Castori, che tuttavia hanno una popolazione molto più limitata).
Homo sapiens sapiens ha avuto origine circa 30.000 anni fa. In 20.000 anni è arrivato ad una popolazione di 1-10 milioni di persone. Dopo l’avvento dell’agricoltura, la rivoluzione industriale e le scoperte della medicina, la popolazione ha raggiunto, in soli 10.000 anni, più di 6 miliardi di abitanti.
Una crescita esplosiva, che si stima arriverà a 8 miliardi nel 2020. Secondo Wilson e Nile Eldredge, paleontologo dell’ American Museum of Natural History di New York, l’esplosione demografica, con le conseguenze che ne derivano, è alla base della Sesta Estinzione.
L’ultimo allarme relativo all’avanzata della Sesta Estinzione (detta anche, per la sua rapidità di azione, blitzkrieg, la guerra lampo), viene dalla rivista Newsweek, che ha pubblicato una raccolta di studi che collegano i cambiamenti climatici con la biologia delle specie.
Fra gli altri, le Marmotte dalla pancia gialla delle Montagne rocciose finiscono il letargo ben 23 giorni prima di quanto non facessero 30 anni fa, perché la stagione calda arriva precocemente. Sia venti specie di libellule che la volpe rossa canadese hanno ritenuto troppo caldo il loro habitat e si sono trasferite diversi chilometri più a nord.
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